Omicidi Senza Motivo

Omicidi Senza Motivo

Quando il Male si Nasconde Dietro una Facciata di Normalità

Molti come me, cominciano la giornata leggendo le notizie.

Qualche giorno fa, una in particolare ha attirato la mia attenzione: “Strage a Nuoro”, ho cominciato a leggere… una persona che fino a quel giorno appariva ai più educata, tranquilla, altruista e esclusivamente dedito alla famiglia, si è alzata dal letto ed ha ucciso moglie e figlia, ha sparato ai suoi due figli di 10 e 14 anni, al vicino di casa che ha incontrato uscendo nel pianerottolo e poi si è recato a casa della madre, ha sparato anche a lei e infine si è ucciso, ponendo termine alla scia di sangue che ha lasciato dietro di sè. Nelle ore successive sono deceduti anche uno dei due figli, il più piccolo ed il vicino di casa.

Lo stesso giorno, sempre in Sardegna, un figlio, dopo un litigio, ha accoltellato il padre.

Ieri un minorenne ha ucciso una donna conosciuta sul web.

Qualche giorno prima un ragazzo di 17 anni si è alzato dal letto ed ha accoltellato a morte il fratellino, la madre ed il padre.

Una ragazza di 22 anni, uccide alla nascita i suoi due figli.

Tempo prima un ragazzo sequestrava e uccideva la sua amata…

Anche al di fuori dell’ambito familiare o di coppia, gli omicidi del tutto privi di ragione aumentano insicurezza generale e perplessità: un ragazzo ucciso solo perché sorrideva e al suo assassino è sembrato felice, mentre più di recente una ragazza veniva uccisa solo perché si è trovata nel luogo sbagliato al momento sbagliato ed ha incontrato il suo giovane assassino che aveva solo voglia di uccidere.

Questi solo alcuni dei casi, ad elencarli tutti ci vorrebbe tanto, tanto tempo.

Le reazioni della gente vanno dal furente elevato,

all’incredulo e attonito, tutti comunque siamo spaventati da ciò che sta accadendo, quasi che uno strano virus abbia colpito le persone che ormai, uccidono senza un motivo, soprattutto i familiari.

Mi ha incuriosito leggere alcuni commenti alla vicenda di Nuoro, dove un signore ha chiesto silenzio sulla vicenda, scrivendo, a ragione o a torto che forse in quel momento era meglio fare silenzio, non commentare e pregare. E’ stata la scintilla che ha fatto scoppiare una reazione rabbiosa nei suoi confronti da parte di chi si è sentito imporre un silenzio che non intendeva mantenere, chiaro sintomo di intolleranza, anche solo verbale che esplode alla minima occasione.

Abbiamo la critica facile che ci sentiamo in diritto di lasciar uscire da noi, ma non ci rendiamo conto che anche questa, pur se in tono minore è una esplosione di violenza che riversiamo su chiunque.

Spesso i fatti di cronaca più efferati ci sembrano lontani, siamo convinti che non debbano mai toccarci, ma quando una tragedia si consuma vicino a noi, le nostre reazioni cambiano.

Le tragedie nell’antica Grecia

rappresentavano fatti terribili, ma avevano uno scopo catartico, purificatorio, cioè servivano a trasmettere allo spettatore il sentimento di orrore di fronte a questi fatti, per educarlo a non commetterli (Edipo, Fedra, Medea… per citarne solo alcune).

Oggi, come ben disse Luigi Pirandello, la realtà supera la fantasia e spesso, sull’effetto catartico prevale l’effetto emulativo.

Uccisione dei pari o parricidio.

Così in criminologia si definiscono i fenomeni in parola: un tema complesso e affascinante.

Il parricidio si riferisce all’omicidio di un parente prossimo, spesso il padre o la madre. Questo tipo di crimine è relativamente raro, rappresentando circa il 2% degli omicidi a livello globale, ma forse la percentuale è in aumento negli ultimi tempi.

Sembra strano, ma l’essere umano è portato a fare del male e ad uccidere chi gli sta vicino, non per nulla il primo omicidio che i testi sacri ci tramandano fu un fratricidio: Caino che uccise Abele.

Storicamente, il parricidio è stato considerato uno dei crimini più atroci, con pene severe in molte culture. Ad esempio, nell’antica Roma, il parricidio era punito con la “poena cullei”: il colpevole veniva chiuso in un sacco con animali e gettato nel fiume.

Le motivazioni dietro il parricidio possono essere varie e complesse.

Molti casi di parricidio sono legati a storie di abusi fisici, emotivi o sessuali da parte del genitore verso il figlio, la violenza domestica infatti, può creare un ambiente di disperazione e paura che può portare a un’escalation fatale.

Disturbi psicologici come la schizofrenia, il disturbo bipolare o altre condizioni psichiatriche possono contribuire al parricidio. In alcuni casi, il figlio può avere deliri o allucinazioni che lo portano a vedere il genitore come una minaccia.

Tensioni e conflitti prolungati all’interno della famiglia possono culminare in atti di violenza estrema, sia contro sé stessi che contro i famigliari. Questi conflitti possono riguardare questioni finanziarie, eredità o disaccordi su stili di vita e scelte personali.

Anche l’abuso di sostanze, come droghe o alcol, può alterare il comportamento e il giudizio, portando a reazioni violente e imprevedibili.

La mancanza di supporto sociale e l’isolamento possono esacerbare problemi esistenti, rendendo più difficile per l’individuo trovare soluzioni alternative ai conflitti familiari.

In alcune culture, l’onore familiare e le aspettative sociali possono giocare un ruolo significativo. La pressione per conformarsi a determinati standard può portare a situazioni di stress estremo.

Differenze di genere nel parricidio

Gli uomini che commettono parricidio possono avere una storia di comportamenti antisociali o violenti, spesso agiscono in risposta a conflitti prolungati, abusi subiti o problemi di salute mentale. Possono anche essere influenzati da dipendenze da sostanze e tendono a utilizzare metodi più violenti e diretti, come armi da fuoco o coltelli.

Gli uomini che commettono parricidio tendono a uccidere genitori di età più avanzata.

Le donne che commettono parricidio possono avere una storia di depressione o altri disturbi emotivi, sono spesso vittime di abusi prolungati e possono vedere l’omicidio come un’ultima risorsa per sfuggire a una situazione insostenibile; tendono anche a essere più influenzate da fattori emotivi e relazionali e possono utilizzare metodi meno violenti o più indiretti, come avvelenamento o soffocamento.

Le donne possono uccidere genitori di età variabile, ma spesso le vittime sono madri piuttosto che padri.

Queste differenze, sia nelle motivazioni che nelle modalità del crimine, non sono assolute e ci sono molte eccezioni, ma offrono una panoramica delle tendenze osservate in studi criminologici.

Statistiche

Nel 2023, in Italia, sono stati registrati 315 omicidi, mentre nel 2022 il numero era leggermente inferiore, con 307 omicidi.

Nel 2024, sono stati registrati 141 omicidi in Italia nel periodo dal 1° gennaio al 30 giugno. Di queste vittime, 49 erano donne e la maggior parte di loro, precisamente 44, sono state uccise in ambito familiare o affettivo.

Anche se c’è stata una lieve diminuzione degli atti persecutori e delle violenze sessuali, i maltrattamenti sono aumentati del 5% rispetto all’anno precedente.

I dati che ho fornito provengono da fonti ufficiali come i rapporti annuali del Ministero dell’Interno italiano e le statistiche pubblicate dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), dunque fonti affidabili e aggiornate regolarmente per riflettere la situazione attuale.

Riconoscere i segnali di un’escalation di violenza in famiglia

Alcuni segnali comuni sono rappresentati da improvvisi o radicali cambiamenti nel comportamento della persona, come aggressività o ira incontrollata, la persona tende ad isolarsi ed esercita un controllo possessivo, come controllare il telefono o richiedere password, usa minacce per imporre il proprio volere, aumenta l’uso di alcol o droghe, dimostra mancanza di rispetto o empatia verso gli altri.

La vittima può subire l’isolamento sociale, riducendo le relazioni interpersonali e può presentare lividi o altre lesioni fisiche.

Intervenire quando si sospetta che qualcuno sia vittima di violenza familiare

richiede sensibilità e attenzione. Se le persone si confidano con te, ascolta senza giudicare e mostra empatia. Fai sapere che sei lì per loro, non costringerle a parlare o a prendere decisioni. Rispetta i loro tempi e le loro scelte, limitati a fornire informazioni su centri antiviolenza, linee di supporto e servizi di consulenza. In Italia, il numero verde antiviolenza e stalking è il 1522, attivo 24 ore su 24.

Se possibile, offri supporto pratico come accompagnare la persona a un centro di supporto o aiutarla a trovare un luogo sicuro.

Evita di confrontarti direttamente con l’aggressore, poiché potrebbe aumentare il rischio per la vittima e per te stesso.

Se possibile, tieni traccia degli episodi di violenza, annotando date, orari e dettagli. Questo può essere utile per eventuali azioni legali.

Affrontare situazioni di violenza può essere emotivamente difficile, è importante non esitare a cercare supporto, parlando con un professionista o un consulente.

Ricorda che la sicurezza della vittima è la priorità. Se la situazione è urgente e pericolosa, non esitare a contattare le autorità competenti.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni o supporto, non esitare a chiedere.

Mi piacerebbe comunque, conoscere la tua opinione.

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