La doppia catastrofe per assicurarne una
Mentre le aziende cercano di ingoiare un nuovo obbligo assicurativo, molte di loro subiranno la pressione delle Banche e conseguenti costi aggiuntivi
Come sappiamo, l’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali, già slittato al 31 marzo 2025 (ma fonti interne ci avvisano di uno slittamento al 30 aprile, se non al 30 giugno…), è ancora in attesa dell’approvazione del decreto attuativo, che doveva arrivare entro il 25 febbraio….
Ora, senza scendere in tecnicismi, le polizze devono coprire terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.
E mentre il mondo assicurativo è ancora in attesa dei dettagli tecnici definitivi, il Centro Studi di Unimpresa ha fatto una previsione dei costi per una PMI, con sede di 500 metri quadrati e 15 dipendenti, sulle variabili in base al livello di rischio dell’area geografica, tra:
- 1.500 e 3.000 euro in zone a basso rischio;
- da 3.000 a 6.000 euro in zone a medio rischio;
- tra 6.000 e 12.000 euro in aree ad alto rischio.
invece per le grandi imprese i premi potrebbero superare i 30.000 euro annui.
Lo spauracchio per chi non rispetta l’obbligo è quello del divieto di accedere a finanziamenti pubblici, incentivi e garanzie statali.
E vedo già una moltitudine di Imprenditori e Professionisti che pensano: chi se ne frega dei contributi…
Ma quello di cui non si parla è che c’è un male peggiore…
…cosa faranno le banche PRIMA del rinnovo dei fidi?
Nessun problema…
- ti aprono un bel finanziamento così ci paghi un bel po’ di interessi;
- ti fanno le polizze CATASTROFALI così le strapaghi;
- e te ne propongono altre (in cross selling) perché altrimenti l’istruttoria fidi e finanziamenti si blocca.
Come crediamo che Unicredit, BPM, Intesa ed anche banche minori abbiano fatto UTILI RECORD (parliamo di miliardi…), soprattutto nel 2024?
Faccio una previsione per il 2025: ne faranno molti di più.
Il lato positivo che la politica ci vuole far credere?
È che questa nuova normativa segna un cambio di paradigma nella cultura dell’imprenditore.
Infatti, pensano che, siccome lo Stato non si limiterà più a risarcire ex post i danni, gli Imprenditori diventeranno più consapevoli nella gestione dei rischi aziendali, avendo una responsabilità diretta nella gestione del rischio naturale.
La verità invece è che la “cassa” piange…il debito pubblico ha superato i 3 mila miliardi e bisogna scrollarsi di dosso i costi per i danni post-catastrofali.
Il fatto poi che le polizze, se adeguate (cosa per niente scontata), permettano alle aziende di:
- ridurre il rischio di fallimento post-evento,
- garantire una ripresa più rapida delle attività;
- mettere al riparo imprenditori e Amministratori da responsabilità patrimoniali;
- rispettare ANCHE il nuovo Codice della Crisi di Impresa;
beh, questo è palesemente ovvio per chi è dotato di buon senso.
Non è ovvio né giusto, farsi prendere per il naso…!