I dati statistici Commercialisti: Giovani in discesa libera.

I dati statistici Commercialisti: Giovani in discesa libera.

La Fondazione Commercialisti ogni anno pubblica un interessante fotografia statistica relativa allo stato dell’arte degli iscritti all’Ordine

I risultati, purtroppo, non sono confortanti poiché il 2023 registra una drastica riduzione dei praticanti (- 8%) ed un calo delle iscrizioni nella sezione A (-0,1)controbilanciato da un aumento degli iscritti nell’elenco speciale (+ 4%) e delle STP ( + 10% che però deve essere tarato dal fatto che in esse vi sono iscritti della sezione A).

La sezione A nell’anno precedente registrava crescita 0 e nel 23 ha iniziato un decremento che, come trend, è preoccupante.

Ricordo a me stessa, inoltre, che l’elenco speciale dei commercialisti è un elenco separato rispetto all’albo professionale, che accoglie i soggetti che, in possesso dei requisiti previsti dall’ordinamento professionale per l’iscrizione nell’albo, versino in una condizione di incompatibilità.

Quindi, ed è un dato che fa riflettere, è aumentato il numero di coloro che, pur avendo i requisiti per svolgere questa professione, scelgono percorsi alternativi.

I giovani iscritti (che in teoria dovrebbero crescere per una logica di ricambio generazionale) sono scesi dal 17% del precedente anno al 15% del 23 e, di contro, sono saliti gli over 60 dal 22% del 2022 al 28% del 2023.

Il perché di questi risultati è noto a tutti: nonostante la grande attività di comunicazione del CNDCEC, presente in modo quasi odierno sui quotidiani ed i social, e il costante suo dialogo con politica ed istituzioni, di fatto l’operatività negli studi è ulteriormente peggiorata e nessun beneficio reale è stato raggiunto…anzi!

Dal colloquio con gli iscritti emerge la netta sensazione che il lavoro quotidiano venga percepito ancora più difficoltoso del passato e meno remunerativo per la concorrenza agguerrita sul mercato di figure che non devono sottostare agli obblighi imposti agli iscritti.

La revisione del Codice deontologico, ha condotto ad una nuova versione con l’introduzione di ulteriori vincoli e divieti che, sempre a mio avviso, possono contribuire ad una disaffezione verso la nostra professione (ponendo l’accento su una visione negativa)

I redditi mediani (€ 43.000 ), in aggiunta, non sono certo gratificanti tenuto conto degli impegni, delle responsabilità e dell’accantonamento necessario per la parte contributiva.

Insomma i dati mostrano che, di fatto, le strategie poste in essere nei primi 2 anni di mandato dal CNDCEC, non hanno modificato le cose né invertito il trend negativo in atto, e quindi, non sono state efficaci.

Penso che, al di là dell’indubbio impegno del CNDCEC, una lettura del Rapporto dovrebbe indurre ad una attenta riflessione e , forse, all’introduzione di qualche correttivo delle politiche attuate senza corse in avanti, ma con un reale ascolto degli Ordini territoriali su quelle che sono le reali esigenze degli iscritti.

Ritengo, infatti, che mai come oggi le competenze di noi Commercialisti siano richieste e che, di conseguenza, non è il lavoro in sé che allontana i giovani, ma tutto ciò che vi ruota attorno e che rende la gestione di uno Studio complessa, farraginosa e, in molti casi, scarsamente remunerativa.

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