Peculato Milionario sotto il Naso della Giustizia

Peculato Milionario sotto il Naso della Giustizia – Le Lacune della Legge

Il Caso Roberta Barabino e il Lato Oscuro di un Sistema da Riformare Tra Lacci Normativi e Abusi di Potere

Continuiamo a trattare, attraverso il caso Roberta Barabino, l’istituto dell’Amministrazione di sostegno evidenziando, quali lacune sono individuabili nella norma, sin dal momento della nomina.

L’amministratore di sostegno, ha di fatto, il potere d gestire autonomamente tutte le finanze ed i beni dell’amministrato

Formalmente il Giudice Tutelare impone dei limiti di spesa, ma in realtà, la enorme riduzione della libertà personale del beneficiario in ragione della privazione del diritto, non solo di amministrare, ma persino di controllare ogni sua risorsa economica, è inversamente proporzionale al potere conferito all’amministratore di sostegno.

La legge non prescrive una limitazione di fatto al potere dell’amministratore che, come nel caso Roberta Barabino, può gestire e disporre liberamente di tutto il patrimonio del suo amministrato, senza alcun limite o controllo, al punto che, in presenza di una amministrazione di sostegno e, nonostante tutti gli istituti di credito richiedano il decreto di nomina dell’amministratore per consentirgli di accedere al conto del beneficiario, una volta poste in essere le formalità di rito, le Banche inviano gli estratti conto esclusivamente all’Amministratore di sostegno, non più al diretto interessato.

Già questo, costituisce un atto di sostituzione, non di collaborazione, in spregio all’art. 410 c.c. che impone all’amministratore di sostegno, da un lato di tenere conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario e dall’altro di informare tempestivamente il beneficiario sugli atti da compiere e il Giudice Tutelare in caso di dissenso con il beneficiario stesso. Il sistema dispone infatti, un continuo interscambio tra beneficiario, amministratore di sostegno e Giudice Tutelare.

La sostituzione, nella ordinaria amministrazione, in assenza di conflitto tra amministratore e beneficiario e di autorizzazione del Giudice Tutelare, spesso tollerata per ragioni di praticità, è contraria alla ratio della norma.

Perplessità sulle norme in materia di riservatezza, applicate all’istituto in parola

Il beneficiario, in ragione del diritto di riservatezza, viene di fatto, totalmente isolato, perché vengono estromesse dalla gestione economica e del benessere fisico, medico e della salute, tutti i suoi parenti e le persone a lui vicine.

Dunque una persona fragile, sottoposta ad Amministrazione di Sostegno, viene totalmente affidata ad un terzo che ha il potere, di fatto, di agire in sua sostituzione e persino contro la sua volontà che, spesso, non viene neppure presa in considerazione.

Detto ciò, è ovvio che, la sicurezza fisica ed economica di un amministrato di sostegno non può essere affidata alla buona sorte, consistente nella alternativa se l’amministratore di sostegno sia effettivamente una brava e onesta persona oppure, sia uno dei tanti Roberta Barabino che ormai troppo spesso riempiono le pagine dei giornali.

Nel caso Roberta Barabino, se i familiari avessero potuto interloquire, si sarebbe evitato o quantomeno limitato l’enorme danno causato.

Il modus operandi di Roberta Barabino

Da quanto è dato sapere, Roberta Barabino si sostituiva senza alcuno scrupolo ai suoi pupilli, sia in spregio ai limiti posti dal Giudice Tutelare, sia falsificando gli atti.

Il suo modus operandi, per lo più prendeva piede ancor prima del deposito della relazione iniziale: subito dopo la nomina, ottenuto l’accesso ai conti dei suoi amministrati, cominciava a svuotarli.

Ciò sarebbe evitabile se si ponesse di fatto, un limite di disposizione per l’Amministratore di sostegno, quantomeno nella misura della spesa autorizzata dal Giudice Tutelare… una cautela di questo genere, per lo meno limiterebbe i danni, perché l’amministratore di sostegno in assenza di autorizzazione del Giudice Tutelare, non avrebbe la libera disponibilità dell’intera somma in deposito.

Atti illeciti di questo genere devono essere prevenuti, perché una volta che i beni sono stati sottratti, come nel caso di Roberta Barabino, possono scomparire definitivamente.

La relazione iniziale,

Deve offrire al Giudice tutelare il quadro della situazione personale, familiare ed economica dell’amministrato, Roberta Barabino la redigeva in maniera estremamente sintetica, priva delle necessarie notizie e/o dei necessari documenti ( o si dimenticava di allegare i documenti o ne allegava copia stampata con inchiostro insufficiente e quindi rendendo illeggibile il testo), o, in alternativa dichiarava falsamente la presenza di somme inferiori a quelle realmente presenti, quindi senza alcuna corrispondenza al vero, al solo fine di occultare i prelievi già effettuati. Detta relazione resta inaccessibile allo stesso beneficiario e, per ragioni di riservatezza, alle persone a lui vicine.

E’ possibile, prevenire i predetti comportamenti illegittimi?

Ritengo che sia sufficiente un sistema di controlli incrociati da effettuare d’ufficio, controlli che il Giudice Tutelare sia tenuto ad effettuare: non una mera facoltà o una scelta, ma un vero e proprio dovere di controllo.

A tal fine, l’Ufficio del Giudice Tutelare potrebbe essere onerato, in tutti i casi e non a campione, dei controlli necessari ad accertare la situazione patrimoniale iniziale del beneficiario, anche attraverso l’accesso diretto alle banche dati o a mezzo della Procura della Repubblica, che oggi è tenuta esclusivamente ad un controllo formale che si sostanzia in una sorta di presa d’atto, mentre le Banche dovrebbero essere onerate del compito di trasmettere gli estratti conto del beneficiario sia presso il domicilio dello stesso beneficiario (o di uno dei famigliari o di persona individuata dallo stesso beneficiario o dal Giudice Tutelare) sia presso l’Ufficio del Giudice Tutelare ovvero presso la Procura della Repubblica.

Quali titoli sono richiesti per assumere l’incarico di Amministratore di Sostegno?

La norma non richiede alcun titolo particolare e dunque non è prevista alcuna verifica.

Roberta Barabino, negli atti ufficiali davanti al Giudice Tutelare si firmava “dr.ssa Barabino Roberta”, falsamente assumendosi tale, pur non avendo mai conseguito la laurea, come è emerso in sede di indagini.

Non sappiamo se abbia depositato in atti, per ottenere i numerosi incarichi, la stessa pergamena di laurea falsificata che metteva in mostra nel suo studio. Né conosciamo il motivo per il quale le sia stata riconosciuta tanta credibilità.

Certo è che, si pone la necessità di affidare le persone più fragili della nostra società, a persone qualificate e se nominate in virtù di titoli e competenze, questi devono essere non solo dichiarati, ma verificati, ancora una volta con controlli incrociati ex officio.

Appare anche opportuno porre, quanto agli incarichi attribuibili ad amministratori di sostegno esterni, un limite numerico, salvo che non si voglia rendere l’Amministrazione di sostegno una nuova professione.

Allo stato, l’incarico di Amministratore di sostegno è gratuito, tuttavia il Giudice Tutelare riconosce un rimborso che normalmente viene determinato in ragione della consistenza del patrimonio del beneficiario e della quantità e qualità dell’attività prestata.

Ci appare corretto che l’incarico di amministratore di sostegno sia retribuito anzi, poiché ha rilevanza socio assistenziale e richiede capacità e attività non indifferenti, sarebbe anche opportuno, in ipotesi di inconsistenza del patrimonio, l’intervento economico Stato.

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Per il momento è tutto… non perdere il prossimo articolo per rimanere sempre aggiornato sulla vicenda.

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2 pensieri su “Peculato Milionario sotto il Naso della Giustizia

  1. Piero dice:

    Grazie per questo contributo basato sull’esperienza dei familiari di persone fragili affidate allo Stato e da questo senza criterio a persone che si rivelano profittatrici.

  2. Pasqualina Ortu dice:

    Grazie a lei Piero. Mi auguro che l’unione delle nostre forze raggiunga l’obiettivo di cambiare una legge che ha consentito a Roberta Barabino di intascare e fare sparire ben 2.000.000 di euro.

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