Aes rude e aes signatum: all’origine della moneta
aes rude e aes signatum erano grezzi e rozzi grumi metallici evoluti col tempo in moneta: svolta alla base economia moderna
Nel mondo antico, la moneta è stata un’invenzione rivoluzionaria, facilitando lo scambio e il commercio su ampia scala. Nella penisola italiana, prima dell’uso della moneta, si utilizzavano forme arcaiche di valuta in bronzo e rame, conosciute come aes rude e aes signatum.
La cronologia di queste produzioni è stata molto discussa tra gli studiosi ed i suoi limiti spaziano dall’Età del Bronzo al primo periodo imperiale (anche se il maggior numero dei ritrovamenti è tra il VI e II secolo a.C..).
Il termine “aes” significa “bronzo” in latino, mentre “rude” indica qualcosa di grezzo o non lavorato. L’”aes rude” era, infatti, costituito da pezzi irregolari di materia prima, non lavorati né incisi, che venivano utilizzati nei commerci come una forma di baratto. Questi pezzi di bronzo non avevano un valore nominale fisso, ma il loro valore era determinato dal peso. Essenzialmente, l’”aes rude” fungeva da materia prima monetaria, usata per transazioni basate su quantità di metallo. Altro tema particolarmente complesso è quello relativo alle funzioni di questi materiali, che, pur venendo genericamente indicati come premonetali, dimostrano in realtà di aver avuto molteplici valori: culturali, funerali e forse anche di accumulo di materia prima. I ricercatori hanno messo in evidenza due categorie ben distinte: scorie di fusione con una lega di bronzo e quelle in rame con elevata concentrazione ferrosa[1].
A differenza dell’”aes rude”, l’”aes signatum” rappresenta una forma più raffinata e formalizzata. Il termine “signatum” significa “segnato” o “marchiato”. Infatti, l’”aes signatum” era costituito da lingotti di rame o bronzo che venivano fusi con un marchio o simbolo impresso su di essi. Probabilmente inizialmente la funzione originaria e primaria sarebbe stata quella di accumulo mentre successivamente avrebbe acquisito quella di oggetti premonetali: ciò rappresentava un deciso passo avanti verso una monetazione più standardizzata e organizzata.
Con il tempo, si passò all’emissione di monete circolari di bronzo, argento e oro, segnando la fine dell’era dell’aes rude e dell’aes signatum. Tuttavia, queste forme premonetali hanno svolto un ruolo cruciale nella transizione dalla società basata sul baratto a quella monetaria, ponendo le basi per il sistema economico che sarebbe diventato uno dei più avanzati del mondo antico.
Sebbene grezze e primitive rispetto alle monete moderne, queste forme di valuta furono fondamentali per lo sviluppo economico e all’espansione del commercio su vasta scala.
[1] Il Giornale della Numismatica n.3 marzo 2013, “All’origine della moneta in Etruria”, Chiara Marveggio, pag. 25