La correttezza del “Professionista”
Il codice deontologico degli Avvocati
Il Consiglio Nazionale Forense, con sentenza n. 77 del 24 giugno 2020, dispone: “L’avvocato deve svolgere la propria attività con lealtà e correttezza non solo nei confronti della parte assistita, ma anche dei terzi in genere e della controparte giacché il dovere di lealtà e correttezza nell’esercizio della professione è un canone generale dell’agire di ogni avvocato, così come i concetti di probità, dignità e decoro costituiscono doveri generali e concetti guida, a cui si ispira ogni regola deontologica, rappresentando essi le necessarie premesse per l’agire degli avvocati e mirano a tutelare l’affidamento che la collettività ripone nella figura dell’avvocato, quale professionista leale e corretto in ogni ambito della propria attività.”
Il Codice deontologico dei Commercialisti
Parimenti il codice deontologico dei Commercialisti impone che “il comportamento del professionista, anche al di fuori dell’esercizio della professione, deve essere consono al decoro e alla dignità della stessa”. In particolare il professionista dovrà agire con integrità, onestà e correttezza in tutte le sue attività e relazioni, sia di natura professionale, sia di natura personale, deve evitare di perseguire utilità non dovute e deve adempiere regolarmente alle obbligazioni assunte nei confronti del cliente o di terzi in genere.
Principi fondamentali di ogni Professione,
sono: integrità, onestà materiale (non rubare, non accettare denaro non dovuto, adempiere alle proprie obbligazioni), onestà intellettuale (non mentire, non ingannare); obiettività, competenza, diligenza e qualità delle prestazioni, indipendenza, riservatezza, lealtà, osservanza delle norme, cortesia e rispetto, responsabilità professionale, comportamento professionale mantenendo alta la propria reputazione e quella della professione, anche nella vita privata, quando non si esercita.
Il Professionista deve anche agire nell’interesse pubblico: in senso soggettivo ed in senso oggettivo, ma anche in termini di affidamento: la collettività fa affidamento sulla professione e ciò pone a carico della stessa una responsabilità di interesse pubblico a non tradire tali aspettative.
Lealtà e correttezza
sono ben più di un obbligo imposto dalla legge: sono peculiarità innate nell’animo e nella mente di ogni Professionista che, non è un supereroe, ma un essere umano dotato di alte qualità morali ed umane e non ha bisogno di un contratto per rispettare e tener fede alla parola data.
La trappola del sistema
Purtroppo negli ultimi anni siamo intrappolati in un sistema che vuole snaturare la nostra essenza più intima, per ridurci a meri esecutori di regole che non ci appartengono e ciò si vuole ottenere anche con offerte di benefici materiali e morali ai singoli.
Ogni qual volta cerchiamo di sollevare il capo, il sistema ci isola, spesso ci ferma offrendo a chi ci sta vicino, agevolazioni nella carriera ed incarichi che soddisfano l’ego personale, al solo fine di distogliere l’intera categoria dall’obiettivo di riconquistare dignità e indipendenza, qualità che dovrebbero sgorgare come un fiume in piena da ogni poro della nostra pelle.
Una domanda sorge spontanea:
Saremo in grado di rifiutare le lusinghe e gli inganni del sistema che ci vuole succubi?
Ridare dignità e nuova vita alle Professioni,
è possibile. Possiamo ancora salvare le nostre attività, ma solo se sceglieremo di abbandonare gli egoismi e le logiche “dell’orticello” che ci stanno portando inesorabilmente ad exitus…
Solo restando uniti e mantenendo saldi i principi fondamentali di ogni Professione, saremo in grado di continuare a vivere e di adeguarci ai tempi e alle nuove tecnologie.