La famigerata riforma del catasto.

La famigerata riforma del catasto.

La Riforma del catasto, in approvazione in Commissione Finanze della Camera è uno degli obiettivi fissati nel disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale approvato in CdM lo scorso mese di ottobre del 2021 e pone le basi per una revisione del sistema fiscale, porta con sé non poche problematiche e molti nodi tutt’ora in via di definizione, la domanda che tutti si pongono questa riforma determinerà un aumento delle tariffe e di conseguenza un aumento di imposte?

Come più volte ribadito dal Governo, tale riforma non avrà nessun impatto tributario, in quanto le  informazioni non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né, comunque, per finalità fiscali.

La riforma mira:

  • a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da porre a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate. L’obiettivo è quello di arrivare ad un sistema di rilevazione dinamico che permetta di attribuire all’immobile un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato;

  • a far affiorare gli immobili abusivi o non censiti e la nuova corretta catastazione dei terreni agricoli.

L’art.6 del disegno di legge delega sulla riforma fiscale si sofferma proprio sulla riforma del Catasto, indicando i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati.

Informazioni integrate da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026.

Inoltre per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico sono da introdurre adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario.

Questo in considerazione dei i più gravosi oneri di manutenzione e conservazione che caratterizza tali immobili.

Tuttavia tale affermazione appare priva di fondamento in quanto una revisione degli estimi catastali comporterà necessariamente degli aumenti a livello di DSU, incidendo anche sul valore del nuovo Assegno unico il cui importo viene determinato proprio sul valore della DSU, nonché sugli importi dell’Imu e della Tasi.

Indubbiamente una riforma era necessaria in quanto l’organizzazione generale risale alla legge 1249 del 1939 che appare piuttosto datata, ma affermare che non ci saranno aumenti mi sembra un eufemismo.

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