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Equità e Migrazioni

Equità e Migrazioni

Equità  e Giustizia:  dignità di ogni essere umano,  godimento dei diritti politici, economici e culturali

Intendiamo l’equità come un criterio associato alla giustizia, che pone al primo posto il diritto alla dignità di ogni essere umano, con pieno  godimento dei diritti politici, economici e culturali.

Secondo Oxfam a livello globale, l’1 % dei soggetti deteneva nel 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta dal resto dell’umanità. Per giunta la quota di ricchezza della metà più povera non sfiorava nemmeno l’1 %.

La crisi economica provocata dal corona virus ha aggravato la situazione, rendendo sostanzialmente vani tutti i risultati ottenuti negli ultimi 10 anni con la lotta contro la povertà.

Si prevede così un’ondata di nuovi poveri anche in aree tradizionalmente ricche.

La povertà nel mondo non è solo un problema economico caratterizzato da lavoro in nero o sottopagato, ma è anche un problema culturale e soprattutto politico.

Nel dopoguerra venne elaborato una sorta di progetto sulla povertà, basato su una logica di inclusione che prevedeva interventi concretati volti a inserire i poveri e gli emarginati nel vivo delle realtà politiche ed economiche.

Sono molteplici le motivazioni che spingono i migranti ad affrontare viaggi pericolosi

Alcuni fuggono dalla guerra, altri dalla fame, altri dallo sfruttamento o dalle persecuzioni.

A provocare le migrazioni non sono solo le violenze fisiche o le violazioni dei diritti umani.

Ogni due secondi un individuo “sceglie” di lasciare la propria casa a causa delle disuguaglianze (intese come opportunità di genere o di accesso alla salute o all’istruzione).

Taluni non hanno un salario dignitoso, altri sono vittime di discriminazioni per le proprie preferenze sessuali, altri ancora non si possono permettere di curarsi.

Tutti hanno in comune l’aspirazione a migliorare la propria vita. Per farlo decidono di migrare.

La globalizzazione

Da un lato ha come effetto la crescita economica e l’aumento del prodotto interno lordo, dall’altro sta creando un’iniqua distribuzione della ricchezza.

Questo sistema di redistribuzione del fabbisogno attualmente è dominato da una logica di scarto ed espulsione che penalizza i più vulnerabili e favorisce gli spostamenti.

Solitamente chi vive in aree sviluppate del mondo ed è in possesso di elevate risorse economiche e capacità professionali, tende a dissuadere in vario modo l’accesso dei cittadini dai paesi poveri, criminalizzandoli, discriminandoli e bloccandone l’ingresso.

Ne consegue che non tutti hanno la stessa libertà di spostarsi.

Negli anni ‘70 sono intervenute varie limitazioni alle migrazioni. Così oggi, le popolazioni più povere che decidono di migrare per migliorare la propria vita, lo fanno anche mettendo in pericolo la propria vita, percorrendo strade pericolose e illegali, con modalità di viaggio molto rischiose e senza permesso di soggiorno.

Non solo. Pur di non tornare nella loro situazione di povertà e nella speranza di una condizione di vita migliore, accettano posti di lavoro che i nativi del luogo rifiutano, perché avrebbero un pessimo salario o sono estremamente faticosi.

 

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