I Paesi africani in crescita – Focus Ruanda
Gli impegni di investimento registrati in Ruanda hanno raggiunto i 3,2 miliardi di dollari nel 2024,
in aumento rispetto ai 2,4 miliardi di dollari registrati nel 2023, con un incremento del 32,4%.
È quanto ha dichiarato il Rwanda Development Board (RDB) nel suo rapporto annuale.
Il manifatturiero è stato il principale settore nell’attrarre investimenti, con un totale di 1,35 miliardi di dollari. Seguono i settori finanziario e assicurativo con 811,2 milioni di dollari, mentre le attività immobiliari hanno attratto 377,7 milioni di dollari.
Nel 2024, Cina e India si sono affermate come le principali fonti di investimenti esteri in Ruanda, contribuendo rispettivamente con 460 milioni di dollari e 445,1 milioni di dollari di investimenti registrati.
Jean-Guy Afrika, amministratore delegato del RDB, ha detto che l’ente è impegnato a rafforzare la reputazione del Ruanda come principale destinazione d’affari in Africa. Ha aggiunto che l’RDB mira, inoltre, a generare entrate turistiche superiori a 700 milioni di dollari, presentando il Ruanda come destinazione leader a livello globale per il tempo libero, la conservazione della fauna selvatica e gli eventi internazionali.
Nel 2024, le entrate turistiche del Ruanda sono cresciute del 4,3%, raggiungendo i 647 milioni di dollari, trainate da un aumento del 27% delle entrate derivanti dal turismo legato ai gorilla.
Già nel 2020, organizzati dal Global Green Growth Institute (GGGI) di Kigali e dall’Autorità Ruandese di Gestione Ambientale (REMA), in collaborazione con il Ministero italiano per l’Ambiente e la rivista Africa e Affari, furono attivati incontri per esplorare e promuovere il potenziale clima di investimento del Rwanda, favorendo il trasferimento di tecnologie verdi e creando piattaforme di incontro e conoscenza tra aziende private italiane e ruandesi nelle aree di intervento più rilevanti.
Il Ruanda sta costruendo un nuovo aeroporto internazionale nella regione di Bugesera, a circa 40 chilometri da Kigali, la capitale. Questo nuovo aeroporto, che dovrebbe essere operativo nel 2028, sarà il principale gateway per i viaggi internazionali e diventerà un importante snodo per il traffico aereo nel Paese, sostituendo in parte l’attuale aeroporto nella capitale. Si prevedono circa 8 milioni di passeggeri all’anno, con potenziali aumenti fino a 14 milioni nei decenni successivi.
Bugesera diventerà il principale aeroporto internazionale del Ruanda e un hub per il traffico aereo regionale, anche per i voli da e per Goma e Bukavu nella Repubblica Democratica del Congo.
Opportunità settoriali
Ma vediamo una scheda Paese. Esistono numerose opportunità per gli investitori sia stranieri che nazionali, in particolare nei settori:
• Prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura: le attività agricole occupano la maggioranza della popolazione ma le colture commerciali hanno scarsa diffusione e quelle di sussistenza non sono sufficienti a coprire il fabbisogno alimentare. Le colture che presentano maggiore attrattiva commerciale sono il tè e il caffè.
• Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili): il governo del Ruanda punta su investimenti privati e sulla realizzazione di alcune grandi opere per rilanciare il Paese: produzione di energia elettrica con la realizzazione di alcune grandi dighe o l’estrazione di gas dal Lago Kivu, così come il piano per la realizzazione di micro-centrali idroelettriche distribuite su tutto il territorio nazionale e l’utilizzo di fonti alternative.
• Servizi di informazione e comunicazione: il governo ruandese punta a rendere il Ruanda un hub regionale dell’information and communication technology. In tal quadro si inserisce il progetto K-Lab, un hub di innovazione finanziato dal Governo e con sede a Kigali.
• Flussi turistici: il settore turistico è in forte crescita, grazie alle meraviglie naturalistiche che hanno pochi eguali nel mondo e alla sicurezza di cui il Paese gode. In particolare, spiccano il Parco Nazionale Akagera, in cui si possono osservare i “big five” (leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti e bufali) e il Parco dei Vulcani, che è uno tra i pochi al mondo in cui si possono osservare i gorilla di montagna, la principale attrazione turistica del Paese. Anche il turismo sostenibile è in notevole crescita.
Negli ultimi cinque anni i flussi turistici sono considerevolmente aumentati, grazie anche a mirate politiche promozionali del Governo, soprattutto orientate a un turismo di élite. Segue un approfondimento dedicato a questa componente.
Il Settore Turistico in Ruanda
Il turismo ruandese ha registrato nel 2024 647 milioni di dollari di entrate, in crescita rispetto ai 620 milioni del 2023, con l’obiettivo strategico di raggiungere 1,1 miliardi di dollari entro il 2029.
Gli arrivi complessivi hanno raggiunto 1,36 milioni di visitatori, di cui oltre 1,09 milioni provenienti dalla Comunità dell’Africa Orientale. Seguono l’Africa subsahariana con 91.476 arrivi, l’Europa con 83.076, il Nord America con 52.805, l’Asia con 36.256 e il resto del mondo con 9.370.
Le motivazioni di viaggio risultano diversificate: il 35% dei visitatori è entrato per motivi di ricongiungimento familiare (Visiting Friends and Relatives), il 31% per affari, il 22% in transito, il 9% per vacanza, l’1% per conferenze, l’1% per motivi di salute e l’1% per motivi educativi.
La strategia nazionale punta a posizionare il Ruanda come destinazione ecoturistica di alto livello, con un modello “low-volume, high-value”, orientato cioè a un turismo selezionato e di qualità, in grado di garantire allo stesso tempo conservazione ambientale e ritorni economici significativi.
Le principali attrazioni includono i Parchi Nazionali dei Vulcani, di Nyungwe, dell’Akagera e di Gishwati-Mukura, oltre al Lago Kivu e alla capitale Kigali, che offre esperienze culturali, museali e sportive. I prodotti turistici spaziano dal trekking dei gorilla di montagna al turismo religioso, passando per sport estremi, esperienze culinarie e percorsi di cicloturismo.
Quadro geografico ed economico
Il Ruanda (in francese Ruanda) è uno Stato dell’Africa Orientale la cui capitale è Kigali. Confina a ovest con la Repubblica Democratica del Congo, a nord con l’Uganda, a est con la Tanzania e a sud con il Burundi. Il Paese non ha sbocchi sul mare.
Il Ruanda si trova nella fascia equatoriale, ma, a causa della sua altitudine, presenta un clima temperato, considerato fra i più salubri dell’intero continente africano.
La temperatura media è di 20 °C. Le precipitazioni non sono molto abbondanti (fra i 1.000 e i 1.400 mm annui, con valori maggiori sui Virunga) e sono concentrate in due periodi dell’anno (marzo-maggio e ottobre-dicembre).
In Ruanda esiste essenzialmente un’industria estrattiva che riguarda la cassiterite (da cui si estrae poi lo stagno), il tungsteno, la columbite, la tantalite, l’oro, il berillio e il gas naturale. Quest’ultimo si trova in particolare sotto il Lago Kivu, in una delle riserve considerate più consistenti del pianeta (28,3 miliardi di metri cubi), ma l’estrazione è ostacolata dalla carenza di denaro.
Il settore metallurgico ha visto nel 1982 la creazione del primo impianto destinato alla produzione di stagno. Altre forme di industria prevedono piccoli stabilimenti per la trasformazione di prodotti agricoli, per la produzione di cemento e per la manifattura del tabacco.
L’industria mineraria (cassiterite, wolframite, oro, zaffiri e coltan) fornisce un importante contributo (98 mln USD nel 2008, pari al 5% dei guadagni in valuta estera).
Agricoltura, allevamento e pesca: la base economica del Paese è costituita dall’agricoltura di piantagione, che occupa la maggior parte della forza lavoro e che è stata introdotta in epoca coloniale prima dai Tedeschi e poi dai Belgi.
Attualmente è oggetto dei piani governativi di sviluppo, finanziati con gli aiuti esteri, che hanno come obiettivi:
• l’aumento della produttività;
• l’estensione della superficie coltivabile (che comunque rimane esigua rispetto alla popolazione);
• l’intensificazione dei rapporti commerciali.
Il settore ha uno sviluppo molto lento a causa dell’arretratezza delle strutture. Le produzioni sono insufficienti al fabbisogno della popolazione.
Sono coltivati per il mercato interno la batata, la manioca, la patata, il sorgo, il mais e prodotti agricoli come i legumi; per l’esportazione il caffè, il tè, il piretro, il tabacco, le arachidi, la soia e altre piante per l’estrazione di oli.
La coltivazione del riso e della canna da zucchero ha dato risultati insoddisfacenti.
I boschi e le foreste sono poco sfruttati e coprono il 21% del territorio. Il legname è usato solo come combustibile.
L’allevamento è favorito dai vasti spazi a prateria e a savana, da un adeguato livello di precipitazioni e da una limitata diffusione delle zanzare tse-tse.
Esso è tuttavia limitato dalla mancanza di acqua, di mangimi di qualità e di servizi veterinari adeguati a fronteggiare le cicliche epidemie.
Sebbene l’allevamento sia condotto con metodi arretrati, soddisfa le richieste interne. Sono allevati soprattutto bovini e caprini, specialmente per il latte.
La pesca è un’attività di modesta importanza, praticata soprattutto nel Lago Kivu, ma limitata dal depauperamento dei banchi di pesci.
Criticità e prospettive
Nonostante i progressi economici, il Ruanda presenta criticità nella governance e nella trasparenza. Nel 2024 ha ottenuto un punteggio di 54,8 su 100 nell’Index of Economic Freedom, collocandosi al 135° posto globale, in netto calo rispetto al 2019 (71,1 punti, 32° posto).
Sebbene il sistema giudiziario garantisca formalmente l’indipendenza dei tribunali e la tutela dei diritti di proprietà, una giustizia debole frena le riforme e limita la sicurezza legale.
Il sostegno internazionale che si era ridotto, in particolare dopo le accuse di supporto al gruppo M23 – gruppo armato essenzialmente di tutsi congolesi – nella RDC (Congo) è in ripresa. Le trattative mediate dagli Stati Uniti hanno portato a un’intesa tra Ruanda e RDC, ma non coinvolgono ancora il M23, con alcuni rischi per la stabilità regionale.
La bilancia commerciale resta negativa e molti progetti infrastrutturali sono finanziati da capitali esteri.
Tuttavia, la stabilità politica mantiene un clima di fiducia, incentivando investimenti produttivi e partnership industriali. La rielezione del Presidente Paul Kagame nel 2024 conferma un orizzonte stabile e la continuità delle politiche di sviluppo.
Nel luglio 2025, è stato confermato un finanziamento da parte della Banca Mondiale per progetti legati alla mobilità urbana a Kigali, come riportato da Info Mercati Esteri. Questo indica un interesse da parte degli enti internazionali nel supportare lo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Investimenti in vari settori: oltre alle infrastrutture, si registra un investimento di 3,2 miliardi di dollari nel 2024, come riportato da Africa e Affari.
La crescita degli investimenti potrebbe continuare anche nel 2025, spinta da settori come l’hotellerie e lo sport, come per il progetto Zaria Court a Kigali.
Il Ruanda è pienamente impegnato a promuovere gli investimenti nazionali e stranieri: in quest’ottica ha commissionato uno studio per sviluppare l’energia eolica. Il progetto fa parte di una serie di iniziative per la diversificazione delle fonti energetiche. Le opportunità di investimento in Ruanda e il clima sempre migliore per gli investimenti sono tuttavia tangibili e non futuribili.

