Sviluppare il Made in Italy in USA

Sviluppare il Made in Italy in USA

Un occhio attento sui i Dazi imposti da Trump nel 2025

Premetto che non vorrei sembrare “scolastica” ma a mio parere per analizzare lo sviluppo del “Made in Italy” negli Stati Uniti nel contesto dei dazi imposti da Trump nel 2025, è importante considerare diversi aspetti economici, politici e commerciali.

Anche se al momento mi sento di affermare che non ci sono dati “reali” sul 2025, possiamo ipotizzare una situazione futura basandoci su tendenze storiche e politiche.

Contesto storico e politico

Durante il mandato di Donald Trump (2017-2021), sono stati introdotti dazi e tariffe su numerosi prodotti, specialmente in ambito industriale, tecnologico e agricolo, come parte della strategia di protezionismo commerciale. Sebbene i dazi siano diminuiti o modificati sotto le amministrazioni successive, le tensioni commerciali tra USA e molte nazioni, inclusa l’Italia, potrebbero riemergere o persistere nel 2025 in modo variabile.

Impatto dei dazi sul Made in Italy negli USA

Se, nel 2025, gli USA adottassero nuovi dazi o tariffe elevate sui prodotti italiani, ciò potrebbe ostacolare l’accesso delle imprese italiane al mercato statunitense, riducendo le esportazioni e penalizzando il brand “Made in Italy”, noto per moda, automobili, alimentari e altri settori di alta qualità.

Proviamo adesso ad ipotizzare delle strategie per sviluppare il Made in Italy negli USA

– Diversificazione dei mercati:

Ridurre la dipendenza dal mercato statunitense, amplificando le esportazioni verso altri paesi, come Canada, Asia e America Latina.

– Innovazione e qualità:

Investire nella qualità e nell’innovazione per differenziarsi come marchio premium, così da giustificare prezzi più elevati e superare le barriere tariffarie.

– Filiali e produzioni locali:

Creare filiali produttive negli USA o stabilire joint venture per evitare dazi e sfruttare incentivi locali.

– Accordi di libero scambio:

Lavorare con le istituzioni europee e italiane per negoziare accordi che riducano le barriere commerciali e protettive.

– Branding e marketing:

Rafforzare il valore del Made in Italy come simbolo di qualità e artigianalità, con campagne di marketing mirate negli USA.

Ed adesso ipotizzo i possibili scenari futuri

– Incremento dei costi e riduzione delle esportazioni:

Dazi elevati potrebbero ridurre le esportazioni di prodotti italiani, incentivando nuove strategie di ingresso o incentivando il mercato interno.

– Risposta politica e commerciale:

Attraverso negoziati o accordi bilaterali per ridurre le tariffe o creare zone di preferenza commerciale.

– Adattamento delle imprese italiane:

Trasferimento di parte della produzione negli USA o investimento in logistica e distribuzione locale.

Non ho difficoltà a concludere che lo sviluppo del “Made in Italy” in USA nel corso del  2025 dipenderà molto dall’equilibrio tra politiche commerciali, capacità di innovazione e strategie di mercato delle imprese italiane. La gestione efficace delle restrizioni tariffarie, associata a strategie di differenziazione e presenza locale, sarà fondamentale per mantenere e rafforzare la presenza del marchio italiano nel mercato statunitense.

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