Peculato e silenzi Istituzionali

Peculato e silenzi Istituzionali

Quando lo Stato dimentica i suoi figli più fragili

Il tradimento della tutela pubblica

In uno Stato di diritto, le persone fragili dovrebbero godere della più ampia protezione istituzionale. Eppure, nella provincia di Nuoro, si è verificato un caso emblematico di come la struttura pubblica possa fallire proprio lì dove dovrebbe essere più vigile: nella tutela delle persone vulnerabili affidate a un’amministrazione di sostegno.

Una figura fiduciaria, nominata dallo Stato per gestire beni e interessi di cittadini in condizioni di fragilità, si è trasformata in predatrice. Per anni, ha sottratto risorse economiche, sfruttando l’assenza di controlli e il silenzio delle istituzioni.

La realtà emersa è grave: tantissimi episodi di peculato, un sistema che non ha previsto strumenti di prevenzione e una giustizia che condanna, ma non restituisce.

Intervista a Piero Atzori – La voce di chi ha denunciato

Abbiamo raccolto la testimonianza di Piero Atzori, fratello di una vittima di questo sistema e coinvolto direttamente nella denuncia e nell’osservazione del fenomeno giudiziario in corso.

Lo Stato italiano non previene il peculato. Lo Stato ha affidato persone inermi a un’amministratrice di sostegno infedele. Solo grazie a un mio esposto è emersa la verità. Nessun controllo, nessuna vigilanza.”

Piero Atzori non è solo un testimone, ma una voce consapevole che ha deciso di sollevare un problema strutturale. Le sue parole indicano l’inadeguatezza sistemica e l’assenza di strumenti di risarcimento.

Attraverso vari processi penali a Nuoro, lo Stato sta riscontrando moltissimi casi di peculato compiuti in oltre cinque anni. Le condanne arrivano, ma nulla viene restituito alle vittime. Lo Stato guadagna dalle confische, ma ignora il dovere di riparare.”

La legge consente alle vittime di fare causa, ma chi vive una condizione di fragilità non ha le forze né i mezzi per affrontare una battaglia legale lunga, costosa e dolorosa.”

Peculato e sistema giudiziario: il volto incompleto della giustizia

La repressione penale dei reati è solo una parte della giustizia. Quando un cittadino è derubato da chi ha ricevuto incarico di proteggerlo, l’intervento dello Stato deve essere duplice: punire il responsabile e restituire alle vittime ciò che è stato loro tolto.

Ma in Italia, nel caso del peculato amministrativo, ciò non accade.

Il Giudice confisca i beni ottenuti illecitamente.

I beni finiscono nel patrimonio dello Stato.

Le vittime non ricevono alcun rimborso diretto.

Non esiste una normativa specifica che imponga la restituzione del maltolto.

Questa dinamica crea una distorsione etica profonda: il cittadino, oltre a subire il danno, osserva che lo Stato—pur riconoscendo il crimine—non si assume alcuna responsabilità civile.

Responsabilità morale e civica dello Stato

Quando il sistema affida persone fragili a un’amministrazione fiduciaria, assume un obbligo non solo legale ma anche etico.

Se chi riceve questo incarico tradisce la fiducia, lo Stato non può limitarsi a punirlo: deve intervenire attivamente per sanare il danno.

Non basta dire “abbiamo condannato l’autore del reato”. Serve restituire, riparare, accompagnare le vittime. Non farlo equivale a una seconda forma di abbandono.

Lo Stato, in questo caso, agisce come soggetto elusivo. Non individua il dovere morale di risarcimento. Non crea strumenti accessibili per le vittime. Non promuove una cultura della responsabilità fiduciaria.

Proposte di intervento: cosa può fare lo Stato

La società civile ha il dovere di suggerire soluzioni. Ecco alcune proposte concrete che il legislatore e le istituzioni possono adottare:

1. Fondo nazionale di risarcimento automatico

Un fondo pubblico per indennizzare le vittime accertate di peculato.

Meccanismo automatico attivato dalle sentenze penali.

Nessuna necessità di ricorso civile aggiuntivo.

2. Controlli strutturali sulle amministrazioni di sostegno

Audit annuali sulle gestioni patrimoniali.

Registro trasparente degli amministratori fiduciari.

Sorveglianza attiva delle procure e degli enti locali.

3. Obbligo legislativo alla restituzione

Normativa che imponga al sistema pubblico la restituzione del maltolto in caso di responsabilità per delega fiduciaria.

Procedura semplificata di reintegrazione per le vittime fragili.

La dignità è un diritto, non una concessione

Chi ha subito il peculato non chiede vendetta. Chiede dignità. Chiede che la giustizia non si limiti alla punizione, ma che sia anche cura, riparazione, accompagnamento.

Il cittadino vulnerabile non può essere trattato come un incidente burocratico. È il cuore di qualunque società civile.

Lo Stato italiano ha davanti a sé una scelta: continuare a reprimere senza riparare o riscrivere il proprio codice di condotta etico, giuridico e umano.

Chi conosce questa storia ha il dovere di raccontarla.

Chi la subisce ha il diritto di essere ascoltato.

Tra le vittime di questa lunga negligenza c’era anche la sorella di Piero Atzori. È recentemente deceduta, senza avere mai ottenuto giustizia. Il suo nome si aggiunge a quello di troppi altri, che se ne sono andati in silenzio, senza risposte né riparazione.

È anche per loro che bisogna agire. Ora.

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