Milano è sempre Milano

Milano è sempre Milano

Milano è una città singolare, in tutto

Lo scandalo sull’edilizia nasce da una lettera e un esposto che hanno generato una attività investigativa che non pare avere un temine nel breve periodo.

Infatti, tralasciando i fatti specifici che possono caratterizzare i singoli episodi, pare che la procura abbia delle ragioni per contestare delle pratiche di ristrutturazione che, in realtà, sono tutt’altro.

Secondo quanto pare stia emergendo dei modesti edifici con queste pratiche si sono trasformati in imponenti palazzi.

Aspettiamo le conclusioni delle indagini per capir che cosa sia lecito e cosa sia penalmente rilevante.

Inoltre, Milano negli ultimi anni si sta trasformando.

La lotta all’inquinamento dell’aria si è concentrata sulla sempre maggiore riduzione delle possibilità di accedere e parcheggiare in centro (area C) e al posto di molti parcheggi, a bordo strada, sono comparsi enormi marciapiedi in pregiatissime pietre calcaree.

Tali marciapiedi potrebbero avere un senso quando ci sono esercizi commerciali, principalmente bar e ristoranti, che li potrebbero utilizzare con tavolini e sedie, versando delle congrue tasse relative all’occupazione del suolo pubblico a fini commerciali, ma nella maggior parte dei casi così non è.

Cui prodest? Forse solo all’immagine della municipalità a detrimento delle sue stesse casse.

Infatti, far lastricare migliaia di metri quadri di (costosissime) pregiate lastre di pietra senza avere alcun ritorno economico non è ne efficiente ne accettabile specialmente con dei bilanci comunali in difficoltà.

Un aspetto che viene fatto passare sotto silenzio è, inoltre, il fatto che tali materiali hanno un costo ambientale enorme, sono infatti ricavati da cave poste molto lontane (alla faccia del chilometro zero), prodotte con lavorazioni energeticamente molto costose, la cui posa richiede molta attenzione (e costi) perché se non effettuata a regola d’arte le rende fragili e da manutenere frequentemente.

L’ultima pensata di “grande rilevanza ambientale” è quella di piantumare il percorso della “90/91”, il circuito di filobus che percorre la circonvallazione esterna di Milano, con alberi e molti arbusti.

Ora, mettere gli alberi, pur creando un pericolo futuro di crolli (le cronache lo testimoniano),  potrebbe avere un senso, ma mettere arbusti e siepi vuol dire avere un effetto ambientale assolutamente risibile creando nel contempo un ostacolo alla visibilità tra un lato e l‘altro della strada.

Sarebbe ora che i vari tecnici “paesaggistici” urbani prendano atto che introducendo arbusti cespugli e siepi nei parchi e nei contesti urbani si costituiscono degli ostacoli alla vista che creano zone di bassa visibilità e nascondigli che minano la sicurezza e la tranquillità di coloro che devono transitare in tali zone, oltre ad ostacolare l’attività di sorveglianza delle forze dell’ordine.

Forse tali capitali e risorse dovrebbero essere spese per problematiche socialmente più rilevanti, infatti, ci si ricorda, ma solo in autunno, che Milano è uno dei maggiori poli universitari italiani e che la maggior parte degli studenti non è milanese.

Sarebbe ora di pensare che creare alloggi e ostelli per loro, sia prioritario rispetto al travertino e ai cespugli, anche se ciò non crea audience e visibilità alla municipalità come quel budello, pericoloso specialmente per i ciclisti, che è diventato Corso Buenos Aires, un esempio da visitare e conoscere perché, forse…  se lo conosci lo eviti!

 

 

 

 

 

 

 

 

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