Sardegna. SS131. Odissea sotto il sole cocente

SARDEGNA. SS131. Odissea sotto il sole cocente

La cronaca di un’emergenza gestita con il protocollo inciampi garantiti

Ieri mattina, un tragico incidente ha bloccato l’arteria principale dell’Isola.

Ma ciò che ha fatto davvero male è stato il vuoto gestionale: assenza totale di comunicazione, cartelli, assistenza. Decine di chilometri percorsi nel caos, sotto un sole cocente, con famiglie, bambini e anziani abbandonati a sé stessi.

Non si è consumato solo un tragico incidente.

Si è consumato qualcosa di più: l’umiliazione di centinaia di cittadini abbandonati nel nulla.

Tutto inizia all’alba: un camionista perde la vita. SS131 chiusa. Più tardi un altro mezzo si incastra sotto un ponte ferroviario. Pure questa strada viene chiusa… è proprio il percorso alternativo!!!  E con essa si chiude anche ogni forma di comunicazione. Nessun cartello. Nessun avviso. Nessuna voce che dica: “Ecco cosa sta succedendo, ecco dove andare.”

 Il caos totale!

Deviazioni improvvisate: esci a Pozzomaggiore, gira verso Semestene, poi al ritorno, Semestene, Pozzomaggiore… Suni, poi verso Macomer, poi verso il monte di Sant’Antonio, chiuso, poi verso Oristano… Poi – all’improvviso – contrordine: il ponte è di nuovo aperto. Si torna indietro. Chilometri a vuoto. Ore a vagare. Una giostra impazzita di mezzi, clacson, rabbia e sudore, scambio di perle del gergo arrabbiato.

39 gradi. In una coda chilometrica per ore.

Bloccati. Senza ombra. Con famiglie stremate, bambini esausti, anziani in affanno. Nessuna assistenza. Solo confusione. Solo frustrazione. Solo solitudine.

Un carabiniere, che ci piace pensare esasperato anche lui, indica una direzione a caso, come se bastasse dire “da quella parte” per dissolvere il caos. Ma quella parte era un altro blocco. Un altro bivio verso il nulla.

Un viaggio di un’ora e mezza è durato cinque ore.

Questa non è viabilità. Questa è disumanità.

È accettabile che nel 2025, sull’arteria principale della Sardegna, non ci sia un piano di emergenza reale? Che la vita delle persone venga lasciata in balia del caso, dei cartelli mancanti, delle voci confuse?

Non è solo una questione di traffico. È una questione di rispetto. Di responsabilità. Di dignità. Perché oggi è toccato a noi. Ma domani? Domani può toccare a chiunque.

E allora sì, ricordiamolo questo giorno.

Ricordiamolo perché la Sardegna merita strade sicure.

Merita segnaletica chiara. Merita risposte. Merita *cura*… merita un piano, una voce, un’informazione chiara per cittadini in difficoltà.

*****

Condividi se anche tu pensi che nessuno debba più vivere un’odissea così. Che il silenzio non può più essere la risposta. Se anche tu hai vissuto l’incubo sulla SS131, raccontalo. La rabbia merita voce, non silenzio.

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