Beni restituiti alla collettività

Beni restituiti alla collettività

Legalità a Molfetta misure patrimoniali tra confisca, continuità aziendale e intervento dello Stato

9 maggio 2025 – Agriturismo “Gardenia”, Molfetta (BA)

Oggi, nella suggestiva cornice dell’Agriturismo “Gardenia” di Molfetta – bene confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla collettività – si tiene il convegno nazionale promosso dall’INAG – Istituto Nazionale Amministratori Giudiziari, dedicato a uno dei temi più strategici e complessi della giustizia economica italiana:
“Le misure patrimoniali tra esigenze di confisca, continuità aziendale e gradualità degli interventi dello Stato”.

Dopo i saluti istituzionali delle autorità civili e giudiziarie, sono iniziate le sessioni tematiche, che vedono la partecipazione di magistrati, studiosi, amministratori giudiziari e rappresentanti delle istituzioni, in una riflessione interprofessionale sulle criticità e sulle potenzialità degli strumenti di contrasto patrimoniale alla criminalità.

Sequestri penali e misure di prevenzione quali strumenti essenziali di contrasto alla criminalità

Nel primo modulo, l’attenzione si è focalizzata sulle misure di prevenzione patrimoniali e sui sequestri penali, in particolare quelli funzionali alla confisca (artt. 321, 240-bis c.p.), come strumenti ibridi tra repressione e prevenzione.

A partire dal d.lgs. 159/2011 (Codice Antimafia), sono stati approfonditi i profili giuridici, le garanzie procedimentali e i principi costituzionali coinvolti – dal diritto di proprietà (art. 42 Cost.) al giusto processo (art. 111 Cost.).
Ampio spazio è stato dedicato alla giurisprudenza più recente, tra cui la sentenza della Corte costituzionale n. 106/2023, il principio di proporzionalità sancito dalle Sezioni Unite della Cassazione n. 36906/2022, e l’autonomia della valutazione della pericolosità (Cass. Sez. VI, n. 36879/2023).

La continuità aziendale ed i rischi della crisi, tra esigenze di tutela dei terzi e confisca

Il secondo modulo ha messo al centro la questione della continuità aziendale nelle imprese sequestrate, come previsto dall’art. 41 del Codice Antimafia.
È stato evidenziato come la prosecuzione dell’attività non debba essere né automatica né esclusa, ma valutata con criteri di sostenibilità economica e impatto sociale, nel rispetto dei diritti di creditori, lavoratori e fornitori.

Tra i riferimenti giurisprudenziali: Cass. civ., Sez. I, n. 33845/2022 e il Tribunale di Reggio Calabria (10.3.2024).
A offrire un quadro istituzionale aggiornato è intervenuta Maria Rosaria Laganà, Prefetto e Direttore dell’ANBSC, illustrando le recenti iniziative dell’Agenzia:

  • la pubblicazione del bando di mobilità per 100 funzionari, volto al rafforzamento dell’organico con profili professionali altamente specializzati;
  • l’attivazione della Piattaforma Unica Destinazioni – Trasparenza e Riuso per un Futuro Migliore, che digitalizza l’intero processo di destinazione dei beni, migliorando trasparenza, tracciabilità e partecipazione pubblica;
  • l’ ulteriore sviluppo della  piattaforma informatica già presente con l’ implementazione digitale per  la rendicontazione informatica dei coadiutori, come ulteriore passo verso l’efficientamento.

Interdittive antimafia e le misure amministrative e giurisdizionali di bonifica delle infiltrazioni mafiose

Il terzo modulo ha approfondito il regime delle interdittive antimafia (art. 84 ss. d.lgs. 159/2011), sottolineando l’impatto che queste misure – pur amministrative – hanno sulla libertà economica e sulla capacità competitiva delle imprese.

Richiamata l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 3/2023, che ha imposto motivazioni concrete e non stereotipate, il dibattito si è soffermato anche sul controllo giudiziario ex art. 34-bis, uno strumento ancora sottoutilizzato ma potenzialmente decisivo per la “bonifica” aziendale in contesti di contiguità mafiosa non strutturale.

Lo stato dell’arte, gli ultimi interventi normativi e quelli ancora auspicabili.

Nel pomeriggio si tiene la tavola rotonda conclusiva, moderata da Giuseppe Sanfilippo, Presidente INAG, con il coordinamento del Direttore Scientifico Sandro Cavaliere.
Tema centrale: “Lo stato dell’arte, gli ultimi interventi normativi e quelli ancora auspicabili”.

La discussione si articola intorno a cinque direttrici:

  • revisione della durata delle misure patrimoniali;
  • nuovi modelli di governance per le aziende confiscate;
  • selezione e formazione degli amministratori giudiziari, anche alla luce del principio dell’equo compenso;
  • interoperabilità delle banche dati e coordinamento tra autorità;
  • nuove prospettive legislative e regolatorie.

Tra gli spunti normativi più attuali, il recente Decreto-Legge 11 aprile 2025, n. 48 (c.d. Decreto Sicurezza), che ha riformato il sistema delle misure di prevenzione e introdotto novità in tema di “misure miti” (artt. 34, 34-bis, 94-bis). Saranno analizzate le criticità applicative, le potenzialità di miglioramento e gli effetti sulle imprese e sugli enti pubblici.

Ulteriore focus sarà dedicato al delicato tema delle vendite di beni immobili e aziende nei sequestri penali, spesso caratterizzate da criticità valutative, incertezze fiscali e tutela insufficiente dei terzi acquirenti. Si discuterà della necessità di una disciplina più chiara, finalizzata a salvaguardare il valore economico e sociale dei compendi.

Infine, verrà affrontato il tema dei modelli organizzativi ex d.lgs. 231/2001 come strumento di prevenzione nelle imprese e il D.P.R. 7 ottobre 2015, n. 177, relativo ai compensi degli amministratori giudiziari, considerate possibili valutazioni per la mancanza del parametro relativo alla elevata  responsabilità professionale e alle complessità gestionali odierne.

Legalità che genera valore

Il convegno INAG di oggi a Molfetta non è solo un appuntamento scientifico. È la testimonianza concreta di una legalità che non si limita a punire, ma che restituisce, rigenera e costruisce.
Come ricordato:

“Un bene confiscato non è solo un esito processuale, ma un punto di partenza per una nuova economia legittima. La legalità può (e deve) diventare realtà produttiva, comunitaria, sostenibile.”

 

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