Gli alimenti innovativi che ci aspettano
I novel food sono i nuovi prodotti alimentari che, sia tal quali che come ingredienti sono stati valutati dall’EFSA
e sono utilizzabili per produrre gli alimenti che giungono sulle nostre tavole.
Nel recente i novel food (NF) sono venuti alla ribalta e citati dai mass media in occasione delle soluzioni fantasiose atte a risolvere la fame nel mondo, soluzione millantata dai promotori degli insetti e della ormai molto famosa (oggi candidata all’oblio sia mediatico che gastronomico) “farina di grilli”.
L’inconsistenza della soluzione proposta era evidente sin dagli inizi della vicenda in quanto i costi di produzione sono abnormi basta, infatti, vedere le quotazioni di tali prodotti sulle piattaforme commerciali.
Comunque, tutti gli alimenti o gli ingredienti che a far data maggio 1997, non erano presenti nel mercato comunitario in quantità significativi devono essere considerati novel food e, come tali, devono essere esaminati dagli esperti dell’EFSA, l’Ente comunitario per la sicurezza alimentare.
Se tale esame da esito positivo vengono poi, approvati con specifici atti autorizzativi, solitamente regolamenti e posti in commercio.
La data maggio 1997 è legata alla promulgazione del Regolamento (CE) n. 258/97 del 27 gennaio 1997 “Sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari.”
I individuati dal Regolamento “novel food” rimasero nelle pieghe del mercato fino all’approvazione del Regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 del 20 dicembre 2017 che istituisce l’elenco dell’Unione dei nuovi alimenti a norma del regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai nuovi alimenti.
Ad oggi sono stati approvati moltissimi NF e sono circa 400 quelli in attesa di approvazione.
Il fatto che siano stati citati in occasione dei citati prodotti a base di insetti porta a pensare che siano tutti prodotti di origine naturale, poco conosciuti, perché esotici.
Tra i NF approvati sono stati, infatti, inseriti, ad esempio, sia la gomma di guar che l’estratto di corteccia di magnolia.
La prima, molto stranamente, perché è stata normalmente utilizzata, come stabilizzante nei gelati, ben prima del maggio 1997 mentre il secondo viene descritto ed è utilizzato come correttore dell’alitosi.
In entrambi i casi l’uso di questi prodotti è estremamente chiaro.
Quello che potrebbe preoccupare è costituito dalle altre decine o meglio centinaia di sostanze il cui lo scopo non è sempre chiaro anche se i dosaggi, molto limitati e specifici per alcuni tipi di alimenti potrebbero suscitare dei dubbi e dei sospetti.
D’altra parte, gli esempi degli edulcoranti, a partire dalla storica saccarina, oggi abbandonata perché sospettata di effetti nocivi, e giungere al sucralosio che oltre a dare delle indicazioni di alterazione nel metabolismo batterico (ricordiamoci che nel nostro intestino abbiamo una flora estremamente complessa che si sta rivelando sempre più importante per mantenerci in salute) è una molecola biologicamente non degradabile e, pertanto, con cui dovremo fare i conti per moltissimo tempo.
Molti dei NF sono prodotti di sintesi che potrebbero assolvere a funzioni tecnologiche negli alimenti.
Ma in quali alimenti???
Ovviamente non nel prosciutto crudo di Parma o nel Parmigiano Reggiano ma, quasi certamente, in quegli alimenti superprocessati che tanto fanno discutere oggi per i potenziali effetti sulla nostra salute.
A questo punto diviene naturale chiedersi perché debbano essere introdotti e, specialmente, pretendiamo che per tutti i NF ci sia l’obbligo dell’indicazione in etichetta, fatto che non pare essere così assiduamente applicato.