Dai Rischi Catastrofali al Rischio dei Key People
Passata la sbornia politica con obbligo entro il 31 marzo delle Polizze Catastrofali …
torniamo ad un argomento che vedo spesso sottovalutato dagli Imprenditori che arrivano in consulenza:
la mancanza di attenzione al rischio di perdita operativa dei Key People.
È ormai assodato che il capitale umano è l’asset più importante per un’azienda poiché difficilmente surrogabile, quando si tratta di Key People (persona chiave).
L’eventuale fuoriuscita dell’uomo chiave, in primo luogo in caso di decesso dello stesso ma anche nei casi di gravi infortuni o gravi malattie, rappresenta un danno certo di natura economica e patrimoniale per l’azienda.
Ogni azienda, consapevole dell’importanza di queste figure professionali, dovrebbe salvaguardarsi rispetto al sicuro danno economico che potrebbe derivare dalla loro perdita.
Le aziende sono fatte di persone, ma spesso il mondo imprenditoriale dimentica l’importanza del “capitale Umano”.…
Ma quali sono i soggetti che dobbiamo riconoscere come Key People?
Certamente l’imprenditore o l’imprenditrice, ma non solo, in un’azienda possono esserci molte altre figure “chiave” e l’elenco è molto lungo.
Ma riassumendo, sono Key People tutti coloro che, inseriti nel contesto aziendale, ricoprono un ruolo di responsabilità ed influenza, difficilmente
rimpiazzabile da un altro soggetto pur con la medesima esperienza o formazione, persone che per capacità, competenze e skill particolari hanno un ruolo fondamentale negli equilibri economico – finanziari della vita aziendale.
E allora, se sono figure così importanti per la “continuità aziendale”, perché questo rischio viene spesso trascurato, non solo dagli Imprenditori delle Micro Imprese, ma anche dalle PMI?
A parte le dovute eccezioni, che riguardano in genere le aziende multinazionali e quelle maggiormente strutturate, ho appurato nel tempo essere un problema che prescinde dalle classi sociali, è davvero trasversale.
In Italia il nostro tessuto Imprenditoriale è costituito al 95% da microimprese, con meno di 10 addetti, e tutti hanno le coperture assicurative di base, Incendio ed R.C.V.T./O, alcuni anche il Furto, altri polizze infortuni e così via… e presto quasi tutte assicureranno i loro rischi contro le catastrofi naturali.
Ma quanti hanno valutato i rischi di responsabilità civili degli Amministratori e dei vertici apicali delle loro Società?
Quanti hanno valutato i rischi informatici (cyber risks)?
Quanti sono compliance rispetto alla perdita dei dati ed al rispetto delle norme del GDPR?
Quanti sanno di cosa si parla in relazione agli “adeguati assetti” e alla “continuità aziendale”, principi cardini scritti nel Nuovo Codice della Crisi di Impresa?
La mancanza di cultura assicurativa non è un’esclusiva degli imprenditori;
la responsabilità è condivisa con gli operatori del settore, in particolare con gli assi-venditori di polizze.
E quando si cade nella rete dell’acquisto di una polizza Key People “a random” (anche se pagata dalla Società) si rischia anche che il costo venga “ripreso” dal Fisco a causa della mancanza di supporti documentali (come appositi verbali di assemblea) che motivino con precisione le scelte da fare (per quelle già fatte di solito bisogna metterci una “pezza” …).
Ed anche nella vita privata dei Key People il risultato non cambia rispetto alla Protezione dalla perdita di Reddito a causa di una Grave Malattia o Infortuni o, peggio, la Premorienza.
Se andiamo avanti così ci troveremo di fronte ad un altro obbligo legislativo…
Varata la legge per i danni catastrrofali, andiamo ad esaminare le lacune o le stronzate. Assicuriamo fabbricato e contenuto, merce etcc. Ma nel caso di un terremoto, con crollo del fabbricato, chi paga eventuali morti. Nessuno , e perche .A me sembra una legge lacunosa.
“Grazie per aver letto l’articolo e per il tuo commento, che solleva un punto cruciale.
La legge sui danni catastrofali si concentra primariamente sulla riparazione e ricostruzione dei beni materiali (fabbricati, contenuti, merci, ecc.) colpiti da eventi come i terremoti.
Come giustamente sottolinei, la legge attuale non prevede un risarcimento diretto per la perdita di vite umane causata da tali eventi, anche perché questa legge è destinata al mondo delle Aziende.
Il risarcimento per la perdita di vite umane è un aspetto delicato e complesso, che storicamente in Italia è stato affrontato con fondi pubblici stanziati ad hoc in seguito a specifiche calamità.
In Nuova Zelanda e Turchia ad esempio vi è l’obbligo per le abitazioni private ed è esteso anche alla perdita di vite umane.
Sarebbe difficile introdurre lo stesso obbligo per le imprese, per tantissime ragioni, a partire dalla diffidenza con cui gli italiani si approcciano alle assicurazioni, prima di tutto (non che abbiano tutti i torti…).
E poi, con quale criterio un Imprenditore dovrebbe assumersi i costi per assicurare la vita o gli infortuni di tutti i propri dipendenti ANCHE su rischi di cui l’Imprenditore NON ha alcuna responsabilità, come quelli catastrofali, o di un meteorite che casca sull’azienda?
Per questo c’è l’INPS!!! Che paghiamo tutti noi…
“Per tutto il Resto” (come dice una la pubblicità di una famosa carta di credito…), c’è il buon senso.
Il dibattito è è comunque aperto e merita sicuramente ulteriori riflessioni.
Ottimo articolo, oltre Inps (che interviene in caso di malattia) esiste da noi INAIL che deve fare fronte agli infortuni sul lavoro, ove il dipendente o titolare si trovavano nel corso della catastrofe. Unica nota dolente, caricare le imprese attaccate alla canna del gas, in favore di assicurazioni (non certo bisognosi), per rischi assurdi che dovrebbero essere esclusivamente a carico dello Stato senza se e senza ma (invece di inviare armi in Ucraina e missioni di pace che non ci riguardano, vitalizi, pensioni d’oro e compensi dei parlamentari spropositati), ma siamo in Italia … quindi a casta va tutelata compreso Magistrati e Generali, i cittadini ed imprese mazziati (questo per aumentare la crisi e povertà!).