Polmoniti in aumento

Polmoniti in aumento
Non solo il Santo Padre ma anche in Lombardia sta manifestando una recrudescenza di patologie polmonari.

Dagli inizi di gennaio, ma già in dicembre erano presenti molti casi, si è assistito ad un forte aumento di casi di polmoniti, gravi e spesso bilaterali come quella che ha colpito il Pontefice.
Il tasso di ricoveri è fortemente aumentato rispetto l’anno precedente anche se le cause paiono essere da addebitarsi a agenti patogeni già conosciuti ed identificati come il virus sinciziale e, specialmente, il mycoplasma pneumonie.
Niente a che vedere con la famigerata epidemia da virus X, che altro non è che un modello sullo sviluppo predittivo di una ipotetica nuova pandemia.
Anche l’annuncio giunto dalla Cina della scoperta di un nuovo lignaggio del coronavirus HKU5 identificato per la prima volta nel pipistrello giapponese a Hong Kong non pare essere in nessun modo implicato nel fenomeno.
I chirotteri (pipistrelli) paiono essere una splendida fabbrica di virus potenzialmente pericolosi per l’uomo al punto che sono diventati un focus della ricerca virologica a cui si è dedicato il team della ricercatrice cinese Shi Zhengli, la virologa di spicco nota come la ‘batwoman’ per la sua vasta ricerca sui coronavirus dei pipistrelli, presso il Guangzhou Laboratory insieme a ricercatori della Guangzhou Academy of Sciences, della Wuhan University e del Wuhan Institute of Virology.
Infatti il nuovo virus identificato è sempre un coronavirus, che proviene dal sottogenere del merbecovirus, che include il virus di sindrome respiratoria mediorientale (Mers), e, pur utilizzando lo steso recettore (ACE) del SARS-CoV-2, non pare detenerne la stessa virulenza e non pare essere presente in Italia.
Un fatto è comunque chiaro: il fenomeno, come anche nel caso del COVID 19, pare riguardare la Lombardia che è particolarmente e selettivamente colpita da tale fenomeno.
Tale aspetto, come nel caso della pandemia, non pare abbia trovato alcuna spiegazione logica accettabile, anche se viene da pensare che possano essere convolti aspetti, al momento non ancora identificati, che da alcuni vengono indicati nelle condizioni ambientali e in special modo nella qualità dell’aria, che non pare essere per niente migliorata con il divieto di fumo all’aperto.
Mi permetto di ricordare che, in molti casi di COVID 19, gli strascichi hanno portato a danni permanenti a livello polmonare, fatto che potrebbe essere come concausa del fenomeno anche se non giustificherebbe l’aumento dei caso nei giovani tra i 6 e i 14 anni.
In realtà, forse, la portata degli effetti collaterali della pandemia, il cosiddetto long-COVID, potranno essere evidenti, quantificati e compresi solo tra molti anni.

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