Trump e la realtà che ci aspetta
Inizia di nuovo l’era Trump
Il 47° Presidente degli Stati Uniti è (nuovamente) Donald Trump.
Gli effetti della sua vittoria elettorale si sono fatti sentire già prima, appena dopo la sua vittoria elettorale.
Le accelerazioni delle trattative tra Israele e Hamas, una serie di contatti con la Russia per addivenire ad una possibile soluzione del conflitto con l’Ucraina sono stati due sintomi di primaria grandezza di un cambiamento preannunciato ma forse non così prevedibile.
La realtà americana dovrà fare i conti con le strategie annunciate negli ultimi tempi e formalizzate in alcune affermazioni molto sintetiche e chiare che più che facenti parte di un discorso di insediamento parevano appartenere a un programma elettorale: America First, fine delle guerre, deportazione degli irregolari, la distinzione di soli due sessi (e su questo il Mister President ha dimostrato di aver avuto le idee sempre molto chiare) la critica alle politiche green della decarbonizzazione specialmente automobilistica perché penalizzante e la creazione di dazi doganali a sostegno della propria economia.
Che i suoi propositi non siano sono delle boutade A (forse a parte la conquista di Marte, almeno in tempi brevi) pare molto chiaro, anche alla luce delle varie manovre di riavvicinamento di molti personaggi che nel passato avevano tenuto degli atteggiamenti non proprio a lui favorevoli, compresa quella abbastanza imbarazzante di Zuckemberg.
Occorre, inoltre, pensare anche alla “lezione di stile” (erogata ad amici e presunti tali) che ha impartito anche solo con gli inviti alla sua cerimonia di insediamento alla quale non sono stati invitati i leader europei e della maggior parte del mondo con solo alcune eccezioni, compresa quella fatta al nostro Paese con l’invito alla nostra Premier Meloni.
Inoltre, pare che oltre ai dazi voglia trattare con i singoli stati, una sostanziale presa di distanze dall’ipotesi dell’Europa unita e comunitaria.
Lo stesso Musk sta mostrando una apertura verso l’uso dell’idrogeno, osteggiata nel passato, anche se attuata ancora mediante l’uso di sistemi a fuel cells andando, comunque, a ridurre importanza delle batterie e l’egemonia cinese di quel settore, oggi strategico.
È, comunque un periodo di attesa e di fermento perché non è molto chiaro come si andranno a declinare alcuni degli enunciati, compresi quelli di natura politica e geografica su Groenlandia, Canada e Panama, anche tenendo presente che già nel passato Trump ha adottato posizioni e soluzioni di rottura e innovative rispetto ai precedenti modelli.