Anno nuovo e nuove soluzioni.
L’anno che ci ha lasciato ha messo i presupposti per nuove soluzioni a problemi cruciali.
Il 2025 è atteso con grandi speranze ed alcune modifiche agli approcci che finora non rappresentavano soluzioni accettabili.
La presa di coscienza che la scelta “totalmente elettrico” nel settore automotive avrebbe portato ad una “desertificazione” dell’intero comparto europeo di settore, senza peraltro raggiungere la “decarbonizzazione”, ha portato alle varie aperture verso un rinvio sia dei traguardi da raggiungere che delle sanzioni che già ora avrebbero dovuto essere comminate alle case automobilistiche.
Il realismo e le affermazioni della nostra Premier ha aperto la strada anche nell’establishment europeo a possibili ammorbidimenti su tale politica che non solo pare apertamente penalizzante e punitiva per le aziende europee ma anche praticamente irrealizzabile in termini operativi.
Un aspetto da considerare riguarda anche la classificazione delle auto sulla base delle emissioni misurate con il nuovo standard costituito dalla procedura di prova armonizzata a livello mondiale per i veicoli leggeri ( WLTP ) in sostituzione del vecchio New European Driving Cycle ( NEDC ).
Il WLTP è uno standard, utilizzato a livello globale, del ciclo di guida per determinare i livelli di inquinanti, gli standard di emissione di CO2 e il consumo di carburante dei motori a combustione interna convenzionali (ICE) e delle automobili ibride, nonché l’autonomia e i le emissioni dei veicoli elettrici plug-in (PHEV).
Proprio questi ultimi sono stati promossi a pieni voti in quanto nei test, con percorsi relativamente brevi, vengono valutati partendo con le batterie completamente cariche.
Inoltre, grazie alle loro caratteristiche possono entrare in area C e, udite udite, i veicoli a completa trazione elettrica o ibrida con emissione di CO2 ≤ 50 g/km (quest’ultimo valore è verificabile alla voce V7 del libretto di circolazione) possono richiedere un permesso per sostare gratuitamente negli spazi gialli riservati ai residenti e negli spazi blu destinati alla sosta a pagamento.
Allora vediamo quali sono le migliori PHEV:
- Mercedes GLC – 10 g/km
- Toyota Prius – 11 g/km
- Mercedes Classe C – 11 g/km
- Mercedes Classe E – 12 g/km
- Mercedes Classe S – 13 g/km
- BMW X1 – 16 g/km
- Range Rover – 16 g/km
- Range Rover Sport – 16 g/km
- Volvo S60 – 16 g/km
- Mercedes GLE – 15 g/km
Tutte auto con costi molto, molto importanti se non esorbitanti (alcune) senza nulla togliere alla economica Toyota Prius, anomala rispetto alle altre (solo 43.000 euro) e ad altre “utilitarie” PHEV come la Renault Capture o la Jeep Renegade 4xe (con il prezzo sempre abbondantemente sopra i 40.000 euro che anche considerando gli incentivi …).
Ci ritroveremo in centro a Milano, Roma, ecc. gli spazi occupati da auto nuove e fiammanti e molti SUV (ma non erano i nemici pubblici numero uno?) ma che nei lunghi percorsi consumano come e forse più delle vecchie macchine a benzina (esperienza personale).
Anche in questo caso ci si interroga sul perché gli italiani si sono radicalmente affezionati alle vecchie auto a motore endotermico e non comprano auto ecologiche. La risposta appare scontata.
Ovviamente con l’anno nuovo si attende che il neoeletto Trump riesca, con un qualche gioco di prestigio diplomatico, a porre fine alla guerra russo-ucraina.
Quello che ha recentemente inciso sulla politica dell’automotive tutta elettrica sono state le affermazioni di un certo Elon Musk.
Il patron di Tesla, che nel passato si era pronunciato contro l’idrogeno, ora pare invece averne rivalutato l’uso anche se in abbinamento con motori elettrici e fuel cells che, ricordo, utilizzano come catalizzatore il platino (!) o altri metalli nobili simili.
In pratica scordatevi delle Tesla che costino poco nonostante funzionino ad idrogeno.
Su questo fronte il CEO di Toyota Akio Toyoda ha aperto una breccia lanciando un allarme sulle macchine elettriche e sulle conseguenze del puntare solamente su questa tipologia di alimentazione.
Stando a quanto riporta Reuters, in occasione dell’inaugurazione di un busto dedicato a suo padre, Shoichiro Toyoda, presso l’Università di Nagoya, il manager giapponese ha raccontato che un futuro basato esclusivamente sui veicoli elettrici porterebbe alla perdita di posti di lavoro tra coloro che hanno lavorato sulle tecnologie legate ai motori, compresi tutti i numerosi fornitori del settore.
In pratica ha riproposto il progetto, già di BMW e Mercedes della fine degli anni ’90, sui motori endotermici a idrogeno che si basavano su idrogeno trasportato e utilizzato allo stato gassoso.
Ma forse tale soluzione per quanto ovvia potrebbe non piacere al mondo oil & gas in quanto, con un buon impianto fotovoltaico (10/15.000 euro) l’idrogeno potremmo produrlo anche a livello domestico.
Comunque, restiamo fiduciosi per il 2025 … e con tante speranze.