Successione e Agevolazioni Prima Casa
Successione e Agevolazioni Prima Casa Chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate
Un nuovo chiarimento sulle dichiarazioni agevolative
L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 66 del 20 dicembre 2024, ha affrontato il tema del trasferimento della prima casa per successione, soffermandosi sull’ipotesi in cui la dichiarazione di successione venga presentata oltre i termini ordinari. Il documento offre un quadro interpretativo delle norme applicabili, ponendo particolare attenzione alle dichiarazioni necessarie per accedere ai benefici fiscali legati alla prima casa.
Le agevolazioni prima casa nel contesto della successione
L’art. 69, comma 3, della L. 342/2000 consente di applicare l’agevolazione prima casa anche ai trasferimenti per successione, purché siano soddisfatte le condizioni previste dalla Nota II-bis all’art. 1 della Tariffa, parte I, del DPR 131/1986. Tra i requisiti principali si annoverano:
- la destinazione dell’immobile a uso abitativo, con esclusione delle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
- l’impegno a trasferire la residenza nel comune ove si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisizione.
Il beneficio comporta il pagamento di imposte ipotecarie e catastali in misura fissa pari a 200 euro ciascuna, riducendo sensibilmente il carico fiscale rispetto all’imposta ordinaria.
Presentazione della dichiarazione di successione fuori termine
Uno dei nodi affrontati riguarda la possibilità di richiedere l’agevolazione prima casa anche quando la dichiarazione di successione viene presentata oltre il termine di 12 mesi dall’apertura della successione, previsto dall’art. 31 del D.Lgs. 346/1990.
L’Agenzia ha evidenziato che:
- in alcuni casi, gli uffici territoriali hanno concesso l’agevolazione ritenendo non perentorio il termine per la presentazione della dichiarazione;
- in altri casi, il beneficio è stato negato, con la motivazione che le dichiarazioni agevolative devono essere rese entro il termine ordinario.
La possibilità di integrazione o sostituzione delle dichiarazioni
Secondo l’Agenzia, la normativa consente di integrare o correggere la dichiarazione di successione, purché tale operazione avvenga prima della notifica dell’avviso di rettifica o entro due anni dal pagamento dell’imposta principale (art. 27, co. 3, D.Lgs. 346/1990). Tuttavia, per le dichiarazioni di successione omesse, l’agevolazione può essere richiesta entro un massimo di cinque anni dal termine ordinario, ossia il periodo di decadenza per l’azione di accertamento.
Requisiti agevolativi al momento della successione
Un aspetto importante sottolineato è che i requisiti necessari per accedere al beneficio devono essere presenti al momento dell’apertura della successione. Per esempio, se il trasferimento della residenza non avviene entro 18 mesi, il beneficio non può essere riconosciuto se la residenza non era già stabilita al momento dell’apertura della successione.
Infine un chiarimento importante
La risoluzione n. 66/2024 offre un chiarimento importante per i contribuenti e gli operatori del settore, ribadendo che il rispetto delle condizioni e dei termini è fondamentale per accedere alle agevolazioni. La possibilità di correggere o integrare le dichiarazioni fornisce una maggiore flessibilità, ma resta imprescindibile la sussistenza dei requisiti al momento dell’apertura della successione.
Questo approccio equilibrato mira a garantire uniformità interpretativa e a ridurre i contenziosi, salvaguardando al contempo i diritti dei contribuenti.