L’evoluzione della famiglia
La modernità del focolare domestico
Siamo a Natale e sembra opportuno parlare di un argomento dato ormai per scontato ma sempre più attuale: la famiglia.
In origine ovvero dopo la creazione dell’uomo Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui»” (Genesi 2.18). È così che si diede inizio alla famiglia intesa come unione tra uomo e donna. Ma i tempi storici e culturali erano del tutto differenti dall’attuale modernità. Dell’epoca rimane comunque il concetto di base ovvero la famiglia è il fulcro della società, un luogo dove si apprendono i valori, si costruiscono le relazioni e si trasmettono le tradizioni culturali.
La famiglia ha rappresentato e rappresenta la base iniziale di aggregazione e interazione tra individui dello stesso gruppo e da cui si sono sviluppate forme più articolate e complesse di organizzazione sociale.
È all’interno del nucleo familiare che i bambini apprendono le prime regole di convivenza attraverso l’interazione quotidiana con genitori, nonni, fratelli e parenti assimilando modelli di comportamento e comprensione dei ruoli, nonché i principi etici e morali che influenzeranno la formazione della propria identità e la funzione di cittadini attivi.
In Italia la famiglia è sempre stata principalmente di tipo patriarcale ovvero incentrata su una figura maschile dominante a cui la donna e i figli erano subordinati sia nella vita privata sia in quella pubblica. La donna era madre e aveva il compito di occuparsi della casa e dei figli; questi ultimi vivevano sotto la protezione dei genitori fino al loro matrimonio.
Il marito era il capo della famiglia e deteneva la potestà maritale. Questo potere gli conferiva ampi poteri decisionali su questioni riguardanti la vita familiare, come il domicilio della famiglia, l’amministrazione dei beni comuni, la rappresentanza legale della moglie e le decisioni in merito ai figli. E poi c’era il problema dei figli naturali che avevano diritti e tutela limitati rispetto ai figli legittimi. Ma non ce ne occupiamo in questo articolo perché l’argomento merita uno scritto a parte data la vastità della materia.
Dando uno sguardo all’aspetto normativo all’art. 29, comma 1, della Costituzione Italiana si legge: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.” Si riconosce in tal modo una prima forma di uguaglianza tra i coniugi pur con tutti i limiti dell’epoca storica in cui venne adottata la Costituzione (1948).
La riforma del diritto di famiglia L 151/1975 abolendo la potestà maritale e riconoscendo l’uguaglianza giuridica tra i coniugi ha rappresentato una svolta epocale. La Legge ha anche introdotto il principio dell’affidamento condiviso dei figli e parificato i diritti dei figli illegittimi (ovvero nati fuori dal matrimonio) a quelli dei figli legittimi.
La famiglia ha visto l’introduzione della possibilità di sciogliere il vincolo coniugale con la legge sul divorzio e ciò in forza del principio dell’instabilità coniugale. In tal modo si è visto il nascere di nuove forme di famiglia, le c.d. famiglie separate, divorziate sino ad arrivare a quelle allargate ovvero formate dalla famiglia originaria divisa con la presenza di nuovi partner.
La famiglia non è più un modello unico e uniforme, ma oggi si presenta in una molteplicità di forme e con diverse espressioni della genitorialità. Accanto alla famiglia mononucleare classica, che rimane la forma familiare predominante (padre, madre e figli), sono nati nuovi modelli familiari del tutto nuovi rispetto a quelli tradizionali (monoparentali, composite, allargate, ricostruite, omogenitoriali, famiglie miste, monogenitoriale, allogena o multietnica etc. etc.).
Per cercare di dare una definizione del cambiamento subito dal concetto di famiglia cito il sociologo Emile Durkheim il quale afferma «Non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore di tutti: la famiglia oggi non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa, perché le circostanze sono diverse.»
Ulteriore ampliamento del concetto di famiglia si è avuto con la convivenza ovvero coppie che decidono di vivere insieme senza sposarsi. Con la legge 76/2016 è stata istituita l’unione civile tra persone dello stesso sesso e disciplinate le convivenze di fatto tra etero e omosessuali.
Per convivenza di fatto more uxorio si intende la condizione di due persone maggiorenni, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.
Oltre ai legami affettivi la convivenza di fatto si basa su una stabilità della relazione nel tempo, dimostrata dalla condivisione di un’abitazione e da una vita in comune.
Ma come possiamo ben immaginare il concetto di famiglia continuerà a subire evoluzioni determinate dalle trasformazioni socio-culturali dell’epoca.