Stretta sul trasferimento di contanti
Trasferimento di contanti da e verso l’estero. Nuove regole al vaglio del Governo
Nell’ambito di una normativa nazionale sempre più attenta all’utilizzo del contante, sia per la lotta all’evasione fiscale sia per la repressione di condotte illecite che culminano spesso con il riciclaggio del denaro, si fanno più stringenti le regole sui trasferimenti di contanti in entrata e uscita dal territorio nazionale.
Il Consiglio dei ministri convocato per oggi (lunedì 9 dicembre) ha all’ordine del giorno la discussione della bozza del decreto legislativo sul denaro contante, che prevede sanzioni più salate in caso di violazione dell’obbligo di dichiarazione (già oggi esistente per chi viaggia con contanti pari o superiori a 10 mila euro), l’inasprimento dei sequestri e la possibilità per le autorità di trattenere il denaro nel caso di violazione degli obblighi di dichiarazione ovvero in presenza di indizi che facciano presumere che il trasferimento potrebbe essere legato ad attività criminali.
L’obbligo di dichiarazione non potrà considerarsi assolto in caso di rilascio di informazioni inesatte o incomplete (ipotesi di violazione già oggi vigenti) e “se il denaro contante non è messo a disposizione ai fini di controllo“.
In caso di violazione dell’obbligo di dichiarazione o comunque nel caso in cui si sospetti che il trasferimento di contante – anche per importi inferiori a 10 mila euro – sia ricollegabile ad attività criminose, le autorità potranno procedere al trattenimento del denaro.
Il sequestro temporaneo del denaro contante dovrà essere disposto per un periodo massimo di 30 giorni, salvo nei casi in cui si sospetti il collegamento con attività criminose. In tale ultimo caso, difatti, il sequestro può arrivare a 90 giorni ed essere disposto anche per importi inferiori a 10 mila euro. In ogni caso, l’importo del sequestro non potrà essere inferiore a 900 euro né superiore a un milione di euro.
Anche le sanzioni per violazione dell’obbligo di dichiarazione aumentano, con quella minima che triplica, passando da 300 a 900 euro.
Ma l’aspetto probabilmente più interessante della bozza stamane allo studio del Governo riguarda l’aggiornamento della definizione di “contante”, non più limitata a banconote e monete ma oramai ampliata fino a ricomprendere traveller’s cheque, assegni, vaglia, ordini di pagamento al portatore e carte prepagate non nominative.