La riforma del 139, verso una professione per una élite

La riforma del 139, verso una professione solo per una élite

Approvato il testo definitivo dal CNDCEC che PUNTA sulle specializzazioni.

In questi giorni sui giornali  è apparsa (senza, peraltro, aver preventivamente informato i Presidenti territoriali), la notizia che il CNDCEC ha approvato il testo o definitivo della riforma proposta dal CNDCEC.

Al momento, come Ordini, non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione specifica in merito dal CNDCEC e quindi dobbiamo rifarci all’ultima versione che ci è stata fornita, ma non credo che ci siano sostanziali variazione.

Al suo interno vi sono diverse criticità, come ad esempio, l’inasprimento delle incompatibilità, ma ciò che, a mio parere, preoccupa particolarmente è che ci troviamo di fronte ad una norma che si distacca completamente dalla nostra realtà, fatta in larga parte da studi tradizionali  dove il commercialista è un punto di riferimento per il proprio cliente grazie ad un  rapporto “intuitu personae”.

Il testo di quella che dovrebbe diventare la nostra legge di riferimento, infatti, si focalizza tutta sulle specializzazioni fin dall’art. 1 dove vi è una lunga lista della spesa di ciò che facciamo (o potremmo fare) polverizzando la nostra professionalità in mille rivoli.

Successivamente si burocratizza l’identità imponendo lunghi percorsi formativi per potersi definire specializzati in una delle materie della suddetta lista.

Ma è questo che gli iscritti vogliono?

O sarebbe meglio all’art. 1 concentrarsi su una definizione che ci qualifichi, dare un contenuto anche in termini di riserve al lungo percorso di studi che ci è imposto, valorizzare che abbiamo già obblighi formativi e se il tessuto economico in cui operiamo richiede specifiche competenze siamo i primi ad impegnarci per acquisirle senza ulteriori obblighi di 200 ore?

Per chiarezza non sono contro le specializzazioni, anzi, ma nessuno ha bisogno di un aumento di vincoli e regole.

In molti convegni alcuni componenti del Consiglio Nazionale attuale hanno sottolineato che ipotizzano una professione che da 120.000 iscritti si riduca in 5 anni a 60.000 iscritti….

“Certo che questa riforma , a mio avviso,  sminuisce quello che viene definito  “commercialista generalista” per valorizzare lo specialista e quindi  va in questa direzione.”

Ho qualche dubbio che la maggioranza degli iscritti condivida questa visione e per tale motivo auspico che la proposta di riforma non venga recepita dalla politica e trasformata in legge.

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