Concordato Preventivo Biennale: No alla Proroga
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), al centro di polemiche e richieste di proroga.
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB), introdotto a febbraio 2024 con l’intento di migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti di piccole e medie dimensioni, si trova ora al centro di polemiche e richieste di proroga.
Il fatto
le recenti modifiche normative, in particolare quelle della legge n. 143 del 7 ottobre, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 236 dell’8 ottobre 2024 e che converte, con modificazioni, il DL 9 agosto 2024 n. 113, noto come “Decreto Omnibus”, (contenente misure fiscali urgenti, proroghe di termini normativi e interventi economici) hanno creato confusione tra i professionisti e i contribuenti. Le nuove sanzioni per chi non aderisce e le complesse opzioni di ravvedimento hanno reso difficile la valutazione delle adesioni.
La richiesta di proroga, con un coro unanime di richieste di estensione della scadenza del 31 ottobre.
Il 22 ottobre le organizzazioni sindacali AIDC ADC UNGDCEC hanno pubblicato un comunicato stampa precisando:” Con queste premesse, il nuovo istituto, che avrebbe potuto rappresentare un’occasione importante per un cambio di prospettiva nella compliance fiscale ed anche un primo tassello verso una riforma del nostro sistema fiscale verso un modello più snello e moderno, rischia di essere vissuto come una frettolosa scelta di breve termine, effettuata sulla base di sensazioni e quasi di “scommesse”, incompatibili con gli obiettivi delineati dal Governo per il sistema Paese.
Ciò che è certo è che con questi tempi ed in queste condizioni per i professionisti è impossibile svolgere al meglio il proprio lavoro con evidenti effetti sul numero di adesioni.
Auguriamoci quindi che il ravvedimento speciale, stavolta, sia quello del Governo che, nel comprendere le ragioni alla base del disagio e dell’imbarazzo evidenziate, possa decidere senza ulteriori indugi di concedere un maggior termine riconoscendo la necessità di “tempi tecnici” adeguati”.
Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, ha formalmente richiesto il differimento del termine del 31 ottobre, sia per l’accettazione della proposta di Concordato Preventivo Biennale (CPB) che per la presentazione delle dichiarazioni. Questa richiesta è stata motivata dall’importanza di garantire ai quasi 5 milioni di titolari di partita IVA la possibilità di valutare con attenzione i rischi e le opportunità derivanti dall’adesione al CPB, supportati dai commercialisti.
Le organizzazioni sindacali dei commercialisti ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO, hanno proclamato uno sciopero collettivo dal ore 24:00 del 30 ottobre 2024 fino alle ore 24:00 del 7 novembre 2024 che interesserà l’invio dei Modelli di Dichiarazione dei Redditi per l’anno 2024, per contestare l’inadeguatezza della scadenza e le incertezze normative.
Inoltre, problemi tecnici di accesso e errori nei dati forniti dall’Agenzia delle Entrate hanno aggravato la situazione. Le organizzazioni sindacali dei commercialisti hanno evidenziato l’impossibilità per i professionisti di consigliare adeguatamente i loro clienti, sottolineando la necessità di un quadro normativo chiaro e tempi adeguati per una valutazione consapevole.
Lo sciopero collettivo proclamato dalle associazioni nazionali dei commercialisti evidenzia l’urgenza di affrontare le difficoltà legate alle nuove normative fiscali. La richiesta di proroga per il termine del 31 ottobre 2024 per l’adesione al concordato preventivo biennale sottolinea il bisogno di maggiori tempi e risorse per garantire una transizione adeguata e conforme alle nuove regole.
Questa situazione mette in luce le sfide che i professionisti del settore stanno affrontando. È un momento importante per sviluppare dialogo, a volte mancato, tra le associazioni professionali e le istituzioni per trovare soluzioni che possano facilitare l’adempimento delle normative senza penalizzare i professionisti ed i loro clienti e per il rispetto dello statuto del contribuente.
Il governo, attraverso la voce del Vice Ministro Leo ad oggi ha escluso ogni possibilità di proroga, citando “tempi tecnici” legati alla legge di bilancio, precisa Maurizio Leo “Sono ben consapevole delle difficoltà che stanno incontrando i commercialisti con il concordato preventivo biennale, ma ci diventa impossibile, per situazioni oggettive legate alla legge di bilancio, aderire alla vostra richiesta di differire il termine del 31 ottobre”.
La mancanza di proroga, potrebbe compromettere seriamente l’adesione al CPB, tanto che la stampa specializzata ha già indicato ad oggi una scarsa adesione, un’iniziativa che avrebbe dovuto rappresentare un cambiamento positivo nella compliance fiscale che rischia di non raggiungere i risultati attesi.
In conclusione, è auspicabile che il legislatore riconsideri la situazione e prenda misure adeguate per garantire che il CPB possa realizzare appieno il suo potenziale e promuovere un miglioramento significativo nella compliance fiscale.