Boschi o Parchi eolici e fotovoltaici?

Boschi o Parchi eolici e fotovoltaici?

Soluzione Green o Problema Ambientale? Un Viaggio Tra Dubbi e Certezze

Mi sento confusa sulle energie rinnovabili.

Leggo e sento tutto e il contrario di tutto.

Da una parte si sostiene che le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici si possono smaltire… e dall’altra parte: no! Non si possono smaltire.

Da una parte si afferma che le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici inquinano l’ambiente… e dall’altra parte: no! Creano energia pulita e riducono i livelli di CO2

Sono dannosi per la salute di uomini e animali e soprattutto per i volatili… ma neppure i tralicci dell’ENEL sono innocui.

Se vuoi guardare il cielo o il panorama è pressoché impossibile non trovare l’ostacolo di una linea elettrica.

Certo, non mi piace l’idea che i parchi green prendano il posto dei miei adorati boschi o che circondino i nuraghi o i vari monumenti presenti nel nostro territorio che sono le pietre miliari della nostra storia o che invadano i nostri mari.

Questi impianti sono dannosi o sono innocui? E’ un’incognita.

Comunque neppure le fonti che abbiamo utilizzato sino ad oggi sono innocue: devastano il paesaggio e creano inquinamento, ma le abbiamo accettate perché comunque, senza l’energia elettrica il nostro mondo si ferma.

Ma quali alternative abbiamo?

Non essendo esperta in materia ho interrogato l’AI che mi indica l’Energia Geotermica, che utilizza il calore proveniente dal sottosuolo per generare elettricità e riscaldamento, l’Energia Idroelettrica che sfrutta la forza dell’acqua in movimento, come fiumi e cascate, per generare elettricità, la Biomassa che consiste nell’utilizzo di materiali organici, come residui agricoli e forestali, per produrre energia, l’Energia delle Onde e delle Maree che sfrutta il movimento delle onde e delle maree per generare elettricità ed infine, l’Energia Solare Termica che utilizza specchi o lenti per concentrare la luce solare e produrre calore, che viene poi convertito in elettricità.

In verità l’energia idroelettrica la utilizziamo già da tempo, ma per produrla sono necessari impianti vistosi che deturpano il paesaggio con turbine e bacini artificiali e comunque non so se con la siccità che ormai ci sta desertificando, sia ancora proponibile, soprattutto in Sardegna.

Certo è che a breve dovremo dismettere la produzione di energia tradizionale,

niente più carbone che, a quanto ci dicono, inquina rilasciando quantità enormi di CO2.

Io credo che tutte queste diverse modalità per creare energia, in un modo o nell’altro deturpino il paesaggio con impianti e indotto e creino inquinamento con fili volanti, tralicci di alta, media e bassa tensione, pali… strumenti comunque necessari per il trasporto della materia energia.

Un’altra alternativa è il gas, che noi non abbiamo e dunque dovremmo acquistarlo all’estero, ma con i tempi che corrono i costi per noi sarebbero proibitivi.

L’energia nucleare, neppure è da prendere in considerazione, perché con un referendum abbiamo scelto di non avere centrali nucleari sul nostro territorio, centrali che gli stati esteri poi, ci hanno graziosamente costruito ai confini, ragion per cui non usufruiamo dei vantaggi che questa fonte ci darebbe, ma se dovesse capitare un incidente, saremmo i primi a venirne colpiti e a subirne i danni.

Nessuno poi può validamente riempirsi la bocca con la prospettata distruzione dell’agricoltura

che costituisce, secondo i più la nostra principale fonte di reddito.

Chi afferma questo, dovrebbe farsi un giretto nelle campagne e per gli ovili.

Le campagne infatti sono già pressoché abbandonate.

Quale giovane dotato di salutare istinto di sopravvivenza pensate che scelga oggi, la vita dell’agricoltore o del pastore? Man mano gli anziani abbandonano le campagne e non vengono più sostituiti dai figli. Giustamente i ragazzi scelgono una vita più umana che non li costringa a lavorare tutte le domeniche e le feste comandate, senza ferie, con una assistenza inadeguata per malattie e infortunio e, a fine vita lavorativa, con una pensione inferiore alla sociale, senza trattamento di fine rapporto e non parliamo poi della totale insicurezza di mantenimento dei capitali investiti, basta un incendio, un’annata siccitosa o una invasione di insetti o il temibile culicoides che distruggono in un attimo l’intero lavoro di un anno se va bene, o della vita.

Gli anziani sono rimasti nelle campagne ed hanno preservato il patrimonio naturalistico, ma qualcuno ha mai pensato a proteggere chi fino ad oggi ha protetto l’ambiente?

Qualche politico del passato ha avuto la malsana idea di pensare che fosse più conveniente acquistare i prodotti dall’estero, piuttosto che produrli, i suoi successori lo hanno seguito a ruota… ed eccoci qui, completamente dipendenti dall’estero … ricordate le mascherine all’epoca del covid? Così sta accadendo per tutto. Ad esempio, sapete dirmi quanti orti vedete nelle campagne? Fino a pochi anni fa, chiunque avesse un fazzoletto di terra la coltivava, oggi gli ortolani sono più unici che rari.

Chi produce in Italia è costretto a seguire una marea di regole,

ma quelle stesse regole, le segue chi ci manda i prodotti dall’estero?

I nostri prodotti sono carissimi. I prodotti esteri hanno costi più bassi e sebbene sappiamo che non sono buoni come i nostri, siamo costretti a comprarli, per far quadrare i conti.

Ormai usiamo i nostri redditi per mangiare e pagare le tasse, perché chi vive onestamente non può permettersi altro.

Ma torniamo agli agricoltori e ai pastori …

qualcuno mi può spiegare perché di fronte a una proposta di concedere il proprio terreno per impiantare un parco eolico o fotovoltaico, dopo una vita di stenti e vissuta nella più assoluta solitudine, anziché lasciarlo incolto e infruttifero, dovrebbero rinunciare ad avere un reddito decente e una vita più umana almeno in vecchiaia? Per mantenere il panorama intatto per chi, uscendo dal suo comodo ufficio ha voglia di fare una passeggiata in macchina, che può permettersi perché percepisce stipendio e a fine vita lavorativa ha una buonuscita di tutto rispetto e una buona pensione?

Sono anche contenta che finalmente il popolo si sia destato dal torpore, dopo circa cinquanta anni di inattività… avrei tanto voluto che lo avesse fatto tanti anni fa… perché ormai facciamo parte dell’Europa che ci detta regole, anche se non ci piacciono o le troviamo insensate.

Gli impegni internazionali e i diritti acquisiti dei progetti già avviati

Ricordiamoci che i politici, eletti dagli elettori, hanno assunto impegni ben precisi con la comunità europea che, se non verranno rispettati, ci costeranno parecchio per sanzioni e restituzioni di fondi stanziati per la cd transizione energetica.

Per non parlare poi delle cause che tantissimi imprenditori, dopo aver investito fior di quattrini, preannunciano contro la Regione Sardegna per aver cambiato le regole in corso d’opera.

Basta saperlo… poi però nessuno si lamenti per i costi che ovviamente ricadranno su tutti.

Ciò che gli esponenti del fronte del no alle pale eoliche e ai pannelli fotovoltaici non dicono è quale sia l’alternativa.

Non possiamo restare così come siamo. Il carbone è inquinante e l’Europa ci impone di dismetterlo entro il termine che già ci ha imposto.

Quindi dobbiamo trovare altre fonti per produrre energia elettrica. E in fretta.

Quindi qual è l’alternativa? La stearica?

Una scelta seria, ragionevole, rispettosa dell’ambiente e allo stesso tempo scientificamente e tecnologicamente fondata… è un’utopia?

Qualcuno mi può dare una mano a sciogliere i miei dubbi?

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