Il vaiolo delle scimmie unica preoccupazione sanitaria?

Il vaiolo delle scimmie unica preoccupazione sanitaria?

Le cronache sono pervase dalle notizie sul vaiolo delle scimmie ma dobbiamo valutare anche altre emergenze sanitarie non meno importanti.

L’allarme per il primo caso della nuova variante del vaiolo delle scimmie (mpox) fuori dal continente africano ha fatto scalpore, infatti, la malattia è stata diagnosticata su una persona a Stoccolma.

Il nome del patogeno è legato alla sua identificazione effettuata su alcune scimmie negli anni ’50.

Le prime evidenze della trasmissione interumana sono emerse da una epidemia che ha interessato una provincia della Repubblica Democratica del Congo (RDC) nel 1977.

Il morbo, nella successiva epidemia del 2022, ha causato, sempre nei territori della RDC e nei paesi vicini, tra il gennaio e il 4 agosto 2022, 38.465 casi e 1.456 decessi.

In realtà nel 2022 ci sono stati anche dei casi sporadici nel resto del mondo a carico di persone provenienti dall’Africa, nel Regno Unito e 4 anche in Italia, con un totale di circa 200 casi.

L’aspetto positivo è rappresentato dal tipo di propagazione che pareva avvenire quasi esclusivamente attraverso un contatto diretto, con particolare rilevanza legata ai contatti intimi, anche se in realtà pare che la malattia abbia il suo serbatoio naturale nei roditori come i ratti, i topi, ma anche negli scoiattoli diventando così potenzialmente endemica e trasmissibile all’uomo da tali animali .

Oggi si parla della variante clade 1, o meglio, forse una suo ceppo apparentemente ancora più pericolosa, la variante clade 1b che potrebbe essere trasmessa anche con un contatto indiretto mediato dal contatto con materiale infetto.

La malattia si manifesta dopo una decina di giorni dal contagio, fatto che consente al virus di viaggiare su portatori ignari che divengono contagiosi a ridosso delle prime manifestazioni sintomatiche: uno stato febbrile seguito nell’arco di due o tre giorni dalla comparsa di eritemi papulo-vescicolosi che colpiscono primariamente il volto dei pazienti che si evolvono in croste per interessare, poi, il resto dell’organismo.

Risulterebbero protetti dal contagio chi ha subito una vaccinazione per il vaiolo che però è stata sospesa nel nostro Paese nel 1977 e abrogata definitivamente nel 1981.

Più che l’introduzione di una nuova vaccinazione, il cui vaccino è comunque disponibile, sarebbe raccomandabile una attenta vigilanza da parte delle professioni sanitarie operanti sul territorio a partire dai medici di base ma che dovrebbe coinvolgere anche infermieri, fisioterapisti, farmacisti e operatori sanitari di frontiera, infatti, oltre ad essere a rischio avrebbero le competenze per poter identificare precocemente le persone infette.

In presenza di un caso, oltre ovviamente all’isolamento del malato e delle persone con cui è venuto a contatto, si dovrebbe procedere alla disinfezione dei locali, degli indumenti e delle aree di lavoro.

Fortunatamente il semplice cloro si è dimostrato efficace assieme alla formaldeide e al cloroxilenolo.

Intanto, un mese, fa il Sindaco di Brenzone (VE) si è bevuto in diretta un bicchiere di acqua del lago di Garda per dimostrare che non c’era alcun pericolo rispetto all’epidemia di gastroenteriti da virus di Norwalk (NoV) che ha colpito i cittadini e i turisti del suo comune.

Il norovirus o virus di Norwalk, dal nome della città dell’Ohio dove una epidemia di gastroenterite nel 1968 ha portato al suo isolamento ed identificazione, ha una diffusione ubiquitaria a livello mondiale e colpisce strutture ricettive, ospedali e comunità fino a divenire come nel caso sopracitato una emergenza su interi territori.

Il NoV se da una parte ha una relativamente modesta mortalità, ha dall’altra una trasmissione sia diretta che ambientale grazie ad una grande sopravvivenza (settimane o più in acque contaminate) e una infettività elevata.

Tra le caratteristiche peculiari la possibilità di infettare i presenti a fenomeni di vomito, attraverso le particelle e gli aerosol generati in tali situazioni.

La matrice che spesso viene identificata come mezzo di contagio è l’acqua come nel sopracitato caso che ha avuto dei precedenti in Toscana, la scorsa estate, ma ancora proprio alcune località, sempre del lago di Garda, nel 2019 e 2009.

Alla lista dei possibili agenti in grado di dare ulteriori epidemie, senza scomodare i virus Ebola, Dengue o MERS ad alta mortalità ma per vari motivi a diffusione circoscritta, oggi troviamo l’influenza aviaria, di cui non si parla molto ma che sta iniziando a contagiare anche l’Uomo.

Tutto ciò pare confermare le previsioni (non profezie!) fatte in primis da Eugene Pleasant Odum, studioso di ecologia, che affermò, tra l’altro, che ogni specie dominante tende a rendere il proprio habitat inospitale a se stessa (guardiamoci attorno) e che il fenomeno della sovrappopolazione avrebbe creato i presupposti per la comparsa di nuovi patogeni e la diffusione di pandemie.

Forse non aveva torto……..

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