Avvocato – Donna! Per scelta e per passione.
Circa vent’anni orsono, ero un Avvocato – donna (lo sono ancora) ad inizio carriera.
Praticamente quel periodo in cui, devi lavorare come uno schiavo per costruire il tuo futuro.
Operavo in realtà in cui poche donne si dedicavano al penale che, fino ad allora, era considerata un’attività esclusivamente maschile.
Come penalista e difensore d’ufficio, dovevo spostarmi nei vari posti di Polizia e Caserme di tutto il circondario.
Spesso parenti ed amici, preoccupati per la mia incolumità, mi chiedevano perché continuassi a fare questo lavoro, secondo loro, per l’appunto, non adatto ad una donna.
Io sorridevo, perché stavo facendo proprio quello che volevo fare e mai avrebbero capito se avessi confessato che in realtà mi spostavo con la mia fuoriserie… una Fiat 126 anche nel cuore della notte, con i miei due più che fidati body guards: mio padre che ha dormito più di una notte sul sedile passeggero e il mio adorato pastore tedesco, Lea che occupava tutto il sedile posteriore.
Essere donna non è un handicap e nessuna donna deve sentirsi svantaggiata o rinunciare a fare ciò che ama.
Ogni essere umano deve trovare il modo migliore per realizzare le proprie aspirazioni ed inclinazioni.
Niente è facile nella vita, ma bisogna porsi degli obiettivi e individuare la strada giusta per realizzarli.
Io non mi sono mai sentita e non ho mai voluto essere una principessa in attesa del principe azzurro.
Sono un essere umano che vive nella sua comunità, che rispetta e pretende rispetto.
Ricordo che una volta, mi recai per un interrogatorio in un paesino.
Portata a termine l’attività professionale, uscivo dalla Caserma insieme al mio assistito che insisteva affinché non me ne andassi senza aver prima preso un caffè al bar, con lui.
Già dall’esterno del locale sentivo il tipico rumore di sottofondo dei numerosi astanti presenti. Appena messo piede all’interno della sala il vociare cessava, per lasciare spazio ad un silenzio improvviso.
In quel momento mi accorgevo di essere l’unica donna lì dentro e, evidentemente, i signori erano incuriositi dalla mia presenza.
Per natura sono molto timida e riservata, ma in quel momento capivo che dovevo reagire e farmi accettare da quelle persone, quindi, facendo forza su me stessa, sorridevo e salutavo sfoderando il mio più sincero e gioviale “Buongiorno a tutti”; tutti mi sorridevano, rispondevano con altrettanta cordialità e subito ricominciavano a parlare tra loro.
In quel momento ho capito che è il nostro atteggiamento a fare la differenza: non dobbiamo mai auto-discriminarci e abbiamo il dovere verso noi stesse, di bloccare chi tenta di farci sentire inadeguate o di farci diventare e sentire vittime; non è facile, ma si può fare, perché il mondo e le mentalità cambiano, ma solo se ognuno di noi, realizza un piccolo cambiamento.
Ed eccomi qui, a distanza di oltre vent’anni: ho raggiunto molti dei miei obiettivi, sono soddisfatta dei risultati ottenuti, ma non mi stanco mai di imparare per crescere: nel tempo ho conseguito altri titoli professionali (master e corsi specifici) per occuparmi, con sempre maggior competenza, dei problemi dei miei assistiti, uomini, donne e famiglie…
Nel tempo molte cose sono cambiate: da tempo ho rottamato la mia Fiat 126, Lea non c’è più.
Da qualche anno non c’è più neppure il mio Babbo, che con tutti i suoi sacrifici, insieme a mia madre, mi ha consentito di essere quel che sono adesso ed entrambi sono dentro di me, oggi in particolare, a condividere la felicità per una vittoria professionale, con una bimba che dalle braccia della mamma tende le manine per abbracciarmi e con quell’abbraccio mi ripaga di tutti i sacrifici fatti fino ad oggi.