Solare versus nucleare

Solare versus nucleare

L’attuale situazione e le possibili politiche energetiche future: meglio il nucleare o il solare?

In questo momento l’attenzione pubblica e la coscienza ambientalista ondeggia tra le due possibili soluzioni che potrebbero condizionare non solo lo sviluppo futuro ma anche, purtroppo, la nostra stessa civiltà.

In realtà le argomentazioni in favore del nucleare sono penalizzate da una serie di considerazioni che lo colpiscono oggettivamente.

Innanzi tutto il tempo di attuazione; avendo definito dei siti in grado di accogliere le centrali a energia nucleare (e non se e parla ancora) si stima in 25/40 anni il tempo di costruzione e messa a regime.

Il solare parrebbe penalizzato dal problema dell’occupazione dei suoli che potrebbero essere impiegati proficuamente come risorse agricole.

Il Ministro del MASAF, Lollobrigida, ha recentemente stigmatizzato tale uso, giustamente.

Il futuro del solare trova il suo massimo vantaggio operando sulle superfici radianti passive (tetti, terrazzi, piazzali cementificati, ecc.) in quanto recupera parte del calore che verrebbe riemesso da tali superfici come calore trasformandolo in energia elettrica o in calorie (il solare termico rende il triplo di quello fotovoltaico).

Inoltre, andiamo a fare un po’ di conti.

Si stima che una centrale nucleare di terza generazione da 1,7 GW possa costare tra i 4 (molto ottimisticamente) e i 20 miliardi di euro.

Il costo per megawatt si attesterebbe pertanto tra i 2,5 e oltre i 12 milioni di euro.

Un megawatt di fotovoltaico, al netto del costo delle superfici, arriva malapena a 800.000 euro (l’impianto costruito sul tetto della Fiera di Milano a Rho per una potenza nominale di 8,2 Megawatt è costato 6 milioni di euro!), gli impianti si possono realizzare in pochi mesi e restano operativi per 20/25 anni.

Alla luce di tali dati la contesa parrebbe non avere alcun senso e il solare accontenterebbe anche coloro che si sono sclerotizzati sulla lotta alla CO2 e che non si sono ancora convinti che la CO2 non è “Il Problema” il nucleare, infatti, presenta gli stessi problemi di immissione di calore in atmosfera addebitati alle fonti fossili.

Ma, c’è un ma, il solare non funziona h24 ma solo quando c’è il sole!

Da questo era nata la rincorsa all’idrogeno, di cui oggi se ne parla molto meno, visto inizialmente come il “mediatore” o “vettore energetico” in grado di accumulare il surplus di energia da fonti rinnovabili “discontinue” come il solare (non dimentichiamoci l’eolico).

Gli attuali problemi di stoccaggio, produzione e, specialmente, di trasporto dell’idrogeno potrebbero far valutare la scelta dei nuovi accumulatori di energia elettrica costituiti dalle nuove generazioni di condensatori ad alta capacità (supercaps) che se si affinassero ulteriormente eviterebbero molti dei problemi degli accumulatori a batteria in tema di durata (oltre100 volte più longevi) e, specialmente, di inquinamento durante le fasi di produzione e smaltimento.

Bene, comunque, stanno facendo tutte le aziende che producono, propongono e installano il fotovoltaico “domestico” che riduce drasticamente e in maniera graduale la dipendenza dalle fonti fossili.

Tutti questi sono problemi che l’Homo ecologicus dovrà affrorntare se vorrà vivere o meglio sopravvivere nell’antropocene green.

Ancora una volta non sarà il tempo ad essere galantuomo ma il mercato.

Meditiamoci sopra! Ma con attenzione.

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