Auto elettriche cinesi? No grazie!

Auto elettriche cinesi? No grazie!

Contenere l’import di auto cinesi è diventato una priorità per gli americani.

In quest’ultimo periodo si sta acuendo lo scontro che gli USA stanno portando avanti in contrasto alla diffusione delle auto elettriche delle emergenti marche cinesi.

Sotto la pressione Biden il Messico ha, infatti, sospeso ogni incentivo al commercio o all’importazione di auto elettriche cinesi che, attraverso questo paese venivano, poi, inviate negli USA aggirando il dazio, grazie agli accordi commerciali tra i due paesi, che l’Amministrazione americana applica (27 % !!!) sulle importazioni dirette dalla Cina ma che vorrebbe aumentare ulteriormente.

Su tali presupposti Elon Musk ha in previsione di aprire una gigafactory proprio in Messico, al fine di diminuire la propria dipendenza da quella creata in Cina.

Infatti, parte del problema è stata creata proprio da Elon Musk che nel giro di un anno ha costruito in un solo anno, nel 2019/2020, una gigafactory per produrre le Tesla in Cina, a Shanghai, e, di conseguenza, ha reso disponibili tutte le tecnologie e le conoscenze necessarie per costruirle e per costruire dei cloni, infatti, almeno un paio di modelli BYD assomigliano molto alle Tesla.

D’altra parte era logico e prevedibile che BYD, il principale produttore mondiale di batterie al litio, abbia cercato e voluto integrare verticalmente i propri prodotti, verso la produzione di auto elettriche.

Ora il braccio di ferro tra i cinesi, che producono in dumping economico grazie a sovvenzioni governative, e l’occidente, USA in testa, non fa presagire nulla di buono.

Inoltre, la mezza marcia indietro dell’intero settore automotive europeo, che al momento parrebbe riabilitare sia le auto endotermiche a basso consumo che, specialmente, quelle ibride è un interessante indice del ripensamento che potrebbe portare a rivedere il concetto relativo alla lotta alla CO2 in favore delle soluzioni effettivamente percorribili che abbiano il minor profilo termico possibile.

Infatti, non dimentichiamo che produrre elettricità per sostituire i motori a combustione interna con qelli elettrici alimentati con energia prodotta da fonti non rinnovabili (combustibili fossili) non porta ad alcuna miglioria ambientale perché, non viene mai ribadito abbastanza, il vero nemico è la produzione di calore, non di CO2.

A questo punto, forse, la scelta di incentivare il fotovoltaico applicato alle superfici termoradianti passive (tetti, terrazze, aree cementificate inutilizzate, ecc.) rappresenta una soluzione assolutamente intelligente e, forse, l’inizio reale dell’antropocene green (epoca del contenimento del riscaldamento del pianeta).

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