Vietato fumare a chi ? o meglio cosa?

Vietato fumare a chi ? o meglio cosa?

L’illuminato Rishi Sunak, premier inglese ha fatto approvare una norma che vieterà la vendita di tabacco e derivati a chi è nato dopo il 2009.

Interessante iniziativa che trova una splendida incoerenza con la “liberalizzazione” decisa dalla Germania della cannabis (non mi pare che compaia come “ricreativa” in nessun documento) a partire dallo scorso 1 aprile (cosa su cui non ho, peraltro, alcuna preclusione).

Da notare che per la cannabis ci sono delle limitazioni per quel che riguarda il consumo in pubblico, che non può avvenire vicino a scuole, parchi giochi per bambini o centri sportivi, ma bisogna esserne distanti almeno 100 metri. Vietato fumare cannabis anche nelle zone pedonali, ma tra le ore 7 e le 20.

Il grottesco è costituto dal fatto che al momento non pare ci sia nulla sulla distanza minima da altre persone o in presenza di bambini, donne in stato interessante, ecc.

E noi a Milano vietiamo le sigarette in molte più situazioni.

Il futuro? Persone che chiederanno a amici più vecchi di comprargli le sigarette e altre che colte in fragrante con una sigaretta in bocca in area interdetta per il tabacco ma non per la cannabis dichiareranno: “non è una sigaretta ma una canna!”

Scherzi (neanche tanto) a parte l’apparente incomprensibilità della logica che ha generato le due norme ha in comune un solo fatto: ridurre i costi sanitari riducendo il fumo (attenti a tutte le “cattive” abitudini simili come l’uso di alcool, zuccheri e alimentazione troppo ricca di grassi o fatta con trash food, scarsa attività fisica, ecc.) e guadagnare con il cannabitolo di stato.

Ancora una volta non è una filosofia liberale, proibizionista o una posizione politica a governare i fenomeni citati ma il semplice tornaconto economico del cosiddetto “stato (ormai poco) sociale”.

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