La scelta dell’energia nucleare: allungare il brodo.

La scelta dell’energia nucleare: allungare il brodo.

A Milano, si è parlato della risuscitazione dell’energia nucleare anche perché nel recente si sono avute notizie incoraggianti sui risultati,

Negli stati generali dell’economia di Forza Italia, a Milano, si è parlato di energia nucleare, infatti, i responsabili di Jet (un impianto sperimentale di fusione nucleare tipo tokamak) avevano dichiarato di aver raggiunto un risultato storico nel campo, annunciando di essere riusciti a produrre 69 megajoul di energia, un record assoluto, portando il plasma alla temperatura di circa 150 milioni di gradi centigradi, dieci volte maggiore di quella del centro del Sole, e mantenendolo stabile per cinque secondi, il che equivale a una potenza di circa 13 megawatt.

Un risultato che, ha spiegato Paola Batistoni, responsabile della Sezione sviluppo della fusione per l’Enea, “rappresenta il limite superiore di funzionamento di Jet, e che ci conferma che tutto ha funzionato bene”.

E… cioè?

L’impianto finalmente produce più energia di quanto ne consuma!

Ma se non sbaglio il problema che tutti continuano errando a identificare con la CO2 è in realtà quanto calore “extra” immettiamo nella nostra biosfera.

A questo punto la curiosità potrebbe portarci alla fatidica domanda : quanto calore immettiamo per ogni chilovattora prodotto in questo modo?

La risposta approssimativa è che la resa, a grandi linee, sia degli impianti a fissione che a fusione nucleare, è pienamente confrontabile con quella delle fonti fossili!!!

Comunque, nulla è perduto perché una delle poche cose sicure è che La fusione nucleare arriverà, ma dopo che avremo già decarbonizzato la nostra economia” come afferma Jacopo Mengarelli (https://www.scienzainrete.it/articolo/fusione-nucleare-arriver%C3%A0-ma-dopo-che-avremo-gi%C3%A0-decarbonizzato-nostra-economia/jacopo ), autorevole scienziato che molto lucidamente proietta tali “soluzioni”, ammettendo che lo siano veramente, nella seconda parte del nostro secolo, comunque ben oltre il 2050.

A questo punto evviva per la lungimiranza delle iniziative di Plenitude e altre aziende italiane, derivanti dal settore oil&gas, che stanno riconvertendosi completamente all’autonomia energetica del fotovoltaico che al netto del costo (energetico) di produzione degli impianti utilizzano l’energia della luce solare che se non convertita in corrente (fotovoltaico) o in calore (solare termico) si dissiperebbe come calore.

In pratica intercettano una energia già disponibile e “gratis” o quasi dal punto di vista del calore generato.

Inoltre, per tali impianti, non occorrono ne decenni ne stanziamenti stratosferici …… giustificando pienamente l’opinione del citato scienziato abbinata, ovviamente e sostanzialmente, alla progressiva riduzione del costo di tali impianti.

Pensiamoci

No IA, No chatgpt

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