Noi boomer, cicale dissennate
La mia generazione ha goduto del periodo aureo dell’umanità con la rivoluzione del benessere (anni ’60/70) e il periodo di sviluppo sociale ed economico, incessante e tumultuoso, fino ai primi anni 2000.
Come le cicale abbiamo però fatto un uso discutibile delle risorse naturali e del clima economico che abbiamo vissuto.
L’uso e l’abuso indiscriminato delle risorse energetiche fossili, l’aggressione del territorio e degli habitat naturali e la ricerca del benessere personale ad ogni costo, hanno caratterizzato la fine dello scorso secolo e la nostra epoca attuale.
Per chi trova nelle sacre scritture una guida ricordiamoci che il Creato è si nelle nostre disponibilità ma che delle nostre azioni dovremmo renderne conto.
Per gli altri sono comunque evidenti il degrado ambientale e i danni che stiamo infliggendo all’ambiente.
Oggi dobbiamo fare abiura e cercare di rimediare ai danni fatti, per non tradire le aspettative e i diritti dei nostri figli.
La spinta ambientalista, nata dopo il 1950, ha portato ad una prima presa di coscienza ufficiale negli anni ’80, che si è formalizzata alla fine del 1997 con l’accordo di Kioto, che ha sancito la nascita della nuova era e che credo possa essere chiamata Antropocene Green.
Il pianeta si stà riscaldando abbandoniamo, per cortesia e per onestà intellettuale, l’assioma “CO2=unico nemico” in quanto il vero nemico è il calore che produciamo, o meglio che rimettiamo in circolo, utilizzando le cosiddette fonti fossili.
In realtà tali “fonti” altro non sono che l’energia che nel passato la natura ha “accantonato” nel petrolio, carbone e gas combutibili e che oggi sfruttiamo, liberando ulteriore calore nel nostro ambiente, in aggiunta a quello che naturalmente giunge dal Sole.
In tale visione la produzione (non la concentrazione) di anidride carbonica è un buon indice di tale processo e di come lo stiamo utilizzando tenendo presente che gli ambientalisti amanti dei soli numeri, acriticalmente acclarati, si sono dimenticati, ad esempio, che gli incendi in California nel 2023 hanno rilasciato anidride carbonica equivalente a quella risparmiata in tutti gli anni di attività di riduzione (iniziata ne 1998) delle emissioni di CO2 di quello stato.
I calcoli sull’apporto degli altri incendi, i più devastanti a memoria d’uomo, che, sempre l’anno scorso, hanno interessato il nord America sono tanto impressionanti quanto non citati nei conteggi fatti sull’aumento della CO2 nell’atmosfera.
Parimenti non possiamo pensare di ridurre il surriscaldamento del globo mediate l’introduzione di una nuova e potente fonte di calore costituita dal nucleare che presenta lo stesso problema, con le stesse rese energetiche (circa 25%), delle fonti fossili.
Quali soluzioni ?
Forse le cicale potrebbero divenire formichine per avviare, con il frazionamento della produzione di energia da fonti rinnovabili con i sistemi fotovoltaici domestici (o condominiali) e la riabilitazione del solare termico (resa tripla rispetto il fotovoltaico per la produzione di riscaldamento e acqua calda) abbinate a politiche di efficientamento, una rivoluzione da “antropocene green” (l’era della consapevolezza ambientale!) e un grande contributo alla riduzione del fabbisogno energetico da altre fonti.
Anche perché, ovviamente, si utilizzerebbe l’energia solare che colpisce i nostri tetti, cortili e aree cementificate non in uso e che viene, oggi, inutilmente dissipata in calore.
Ma siamo proprio sicuri che tali soluzioni siano “ben viste” da chi cerca ancora, disperatamente, di indurci a pensare che la soluzione sia produrre idrogeno da petrolio e carbone?
Personalmente non credo.
(No IA, No chatgpt)