Il Crowdfunding: storia, regole, sfide ed opportunità per le PMI

Il Crowdfunding: storia, regole, sfide ed opportunità per le PMI

Il crowdfunding è un metodo di raccolta fondi che coinvolge un gruppo di persone per finanziare un progetto o un’idea imprenditoriale,

attraverso una piattaforma online specializzata nella raccolta fondi. Invece di affidarsi a un singolo investitore o istituzione finanziaria, i finanziatori del progetto cercano il sostegno di un’ampia rete di individui, ognuno dei quali contribuisce con importi relativamente piccoli.

Il concetto di base del crowdfunding si basa sull’idea che un gran numero di persone possa generare un sostegno complessivo sufficiente a finanziare un progetto, anche contribuendo con importi di piccola entità. Questo approccio consente a imprenditori, artisti e attivisti di accedere ai finanziamenti senza dover passare attraverso i canali tradizionali, come i prestiti bancari o gli investimenti in capitale di rischio. È una forma di finanziamento molto utilizzata da startup in bootstrapping e tutti coloro che hanno idee particolarmente innovative o di nicchia, e che troverebbero difficoltà nell’ottenere finanziamenti da istituti bancari o società di investimento.

Sebbene il concetto di crowdfunding abbia radici antiche, la sua forma moderna ha iniziato a prendere piede all’inizio del XXI secolo con l’emergere di piattaforme online dedicate.

La nascita del crowdfunding, nell’accezione moderna, avviene nel 1997, anno in cui il gruppo musicale britannico Marillion ha lanciato una campagna di raccolta fondi online, chiedendo ai fan di contribuire al pagamento del loro tour nordamericano, che rischiava di essere cancellato. Si rivelò un grande successo. Qualche anno dopo, nel 2001, il produttore musicale Brian Camelio, prendendo spunto da quella iniziativa, fonda Artistshare, la piattaforma di crowdfunding online dedicata ai musicisti. Qualche anno dopo, nascono le più importanti piattaforme di crowdfunding, Kickstarter, Indiegogo e GoFundMe, dedicate ad un’ampia gamma di progetti creativi, tecnici e imprenditoriali.

Il crowdfunding è diventato uno strumento di grande utilità per le imprese, specialmente quelle in fase di startup in quanto consente di accedere a fonti di finanziamento alternative ai canali tradizionali, quali i finanziamenti bancari e gli investimenti di capitale di rischio, che, per le imprese all’inizio del ciclo di vita, possono essere di difficile accesso. E di maggiore utilità, si rivela, specialmente, per sostenere progetti innovativi e creativi che non sarebbero supportati dalle fonti di finanziamento tradizionali, con una ricaduta positiva sulla crescita economica e sul progresso sociale.

Ma l’utilità dello strumento non si limita al mero sostegno finanziario. Una campagna di crowdfunding può essere usata per coinvolgere potenziali clienti, sostenitori e fan nel processo di raccolta fondi per testare il mercato e valutare l’interesse per un prodotto o un’idea imprenditoriale prima di effettuare un investimento più consistente, in questo senso una campagna di crowdfunding di successo può essere un indicatore dell’interesse del mercato e dell’adeguatezza dell’idea imprenditoriale. Un’ulteriore opportunità offerta dallo strumento è il coinvolgimento dei finanziatori nel processo di sviluppo del prodotto chiedendo feedback, suggerimenti e opinioni attraverso le piattaforme di crowdfunding; questa partecipazione può aiutare le aziende a migliorare i loro prodotti e a soddisfare meglio le esigenze dei clienti.

Inoltre, una campagna di successo può attirare l’attenzione dei media e degli addetti ai lavori; pertanto, le campagne di crowdfunding possono fungere da efficaci strumenti di marketing che consentono alle aziende di generare un’eco sui loro progetti o prodotti e di raggiungere un pubblico più ampio. Non solo, il coinvolgimento di clienti, fan e sostenitori nel processo di raccolta fondi consente di comunicare direttamente con i sostenitori attraverso le piattaforme di crowdfunding per fornire aggiornamenti sul progetto, condividere storie di successo e incoraggiare la partecipazione. Se a questo coinvolgimento si aggiungono ricompense e incentivi speciali, le aziende possono promuovere un senso di appartenenza e apprezzamento e incoraggiare i sostenitori a diffondere e promuovere la campagna attraverso le proprie reti e i social media. Infatti, molto spesso il coinvolgimento di clienti e sostenitori può andare oltre una singola campagna di crowdfunding e creare una comunità di sostenitori fedeli che continueranno a supportare l’azienda a lungo termine.

In base allo scopo della raccolta, le forme di crowdfunding si classificano in:

  • Equity crowdfunding, per la raccolta di capitale di rischio.
  • Lending crowdfunding, per la raccolta di capitale a prestito.
  • Reward based crowdfunding, basato sulle ricompense.
  • Donation based crowdfunding, per la raccolta di donazioni.

Nel caso dell’equity crowdfunding, le imprese chiedono denaro in cambio di una parte di quote di una società. Gli investitori diventano azionisti e possono ottenere un ritorno sul loro investimento attraverso i dividendi o la vendita di azioni se la società ha successo. L’equity crowdfunding è spesso utilizzato dalle aziende in fase di avvio e di espansione per raccogliere capitale di rischio da venture capitalist o business angel senza passare dai tradizionali canali di raccolta fondi. Ovviamente, le imprese devono essere disposte a offrire parte della loro proprietà agli investitori. Ciò comporta una diluizione del controllo o della proprietà dell’azienda. L’equity crowdfunding, tuttavia, offre l’opportunità di raccogliere capitali senza indebitamento e di coinvolgere investitori che, oltre al capitale, possono fornire anche skills necessarie al successo dell’azienda.

Nel caso del lending crowdfunding, gli imprenditori chiedono fondi sotto forma di prestiti. Gli investitori guadagnano interessi sui fondi che prestano e i fondi vengono solitamente rimborsati nel tempo con gli interessi accumulati. Il crowdfunding basato sui prestiti offre un’alternativa ai tradizionali prestiti bancari, consentendo a chi cerca di ottenere prestiti di accedere ai finanziamenti senza l’intermediazione delle istituzioni finanziarie tradizionali. Il vantaggio rispetto al canale tradizionale è la maggiore facilità e velocità di accesso al finanziamento.

Con il reward based crowdfunding i sostenitori contribuiscono a un progetto o a un’iniziativa in cambio di ricompense non finanziarie, come prodotti, servizi o esperienze esclusive legate al progetto. Le ricompense variano a seconda dell’importo erogato e della natura del progetto. Questa forma di crowdfunding è spesso utilizzata per finanziare progetti artistici, creativi, tecnici e di design, e i sostenitori possono essere ricompensati con prodotti o esperienze uniche. Questo tipo di crowdfunding può essere un modo efficace per generare interesse e coinvolgimento in un progetto, ma è necessario gestire le ricompense in modo efficiente per evitare che i costi associati alle ricompense non superino i profitti.

Il donation crowdfunding prevede che i finanziatori, senza aspettarsi nulla in cambio, facciano delle donazioni a fondo perduto. Le donazioni vengono fatte per sostenere una causa, un ente di beneficenza, un evento o un progetto senza scopo di lucro. Questa forma di crowdfunding è ampiamente utilizzata per raccogliere fondi per emergenze mediche, disastri naturali, cause sociali, comunitarie o ambientali. Con questa forma di finanziamento è necessario che ci sia un controllo scrupoloso sull’uso dei fondi ed è obbligatorio essere trasparenti su come vengono utilizzati i fondi e garantire che le donazioni siano effettivamente utilizzate per lo scopo dichiarato; il minimo sospetto di irregolarità potrebbe avere conseguenze irreparabili in termini di reputazione.

Sebbene il crowdfunding presenti molti vantaggi, vi sono anche alcuni rischi e sfide per le aziende che lo utilizzano come strumento di finanziamento. Una delle sfide principali del crowdfunding è garantire che la campagna raggiunga l’importo prefissato. Se una campagna non raggiunge l’importo prefissato, i soldi raccolti vengono restituiti ai finanziatori. In questo caso i promotori si troverebbero nella condizione di non poter realizzare i loro progetti o sviluppare i loro prodotti come previsto. Di fatti, con la crescente popolarità del crowdfunding, aumentano anche la concorrenza e la saturazione del mercato. Le aziende devono trovare modi efficaci per distinguersi dalla miriade di altre campagne di crowdfunding e attirare l’attenzione dei potenziali finanziatori.

Una campagna di crowdfunding di successo può aumentare il profilo e la reputazione di un’azienda, ma può anche esporla a potenziali rischi di reputazione se le cose non vanno secondo i piani. Se un’azienda non mantiene le promesse fatte durante una campagna di crowdfunding, o se sorgono problemi di produzione o di qualità, la sua reputazione può essere danneggiata. Se una campagna di crowdfunding ha successo e vengono raccolti fondi sufficienti, le aziende potrebbero trovarsi nella condizione di dover crescere velocemente ed è facile, in questa situazione, scontrarsi con problemi di produzione o di qualità del prodotto. L’incapacità di gestire efficacemente queste problematiche può portare a ritardi nella consegna dei prodotti e a problemi di qualità che potrebbero minare la fiducia dei finanziatori e dei clienti. Altro problema che deve essere fronteggiato è il rischio legato alla protezione della proprietà intellettuale. Quando si lancia una campagna di crowdfunding è necessario essere trasparenti e fornire molti dettagli del prodotto, del know-how, della produzione e proprio per questo è necessario proteggere i segreti industriali, per evitare possibili violazioni o usi impropri da parte di terzi.

Specialmente per le campagne di tipo donation, le aziende devono essere trasparenti nel processo di crowdfunding e gestire attentamente le aspettative dei finanziatori. Ciò significa fornire informazioni accurate sul progetto, sulle scadenze e sulle ricompense offerte. Il mancato rispetto delle aspettative dei finanziatori può portare a delusioni e critiche negative. Gli investitori e i sostenitori delle campagne di crowdfunding si fidano dell’azienda e dei suoi progetti. Se un’azienda non mantiene le promesse fatte durante la campagna la fiducia dei finanziatori può risentirne e la reputazione dell’azienda può essere danneggiata. Nei casi più gravi si può anche essere soggetti a critiche e polemiche sociali, come accuse di manipolazione dei fondi, mancanza di trasparenza o problemi di comunicazione.

Per quanto riguarda le imprese, la forma più interessante di crowdfunding, ovviamente, è l’equity crowdfunding, con il quale in cambio di un determinato importo di denaro, si ricevono quote o azioni di una società, tipicamente una startup innovativa. Si diventa soci a tutti gli effetti, con tutto ciò che ne consegue: il diritto agli utili, il diritto a partecipare alle assemblee, il diritto di opzione in caso di aumento del capitale, fino anche al diritto di revoca degli amministratori e tutti gli altri diritti previsti dal Codice Civile.

Essendo un metodo di raccolta dei capitali, per la tutela dei risparmiatori, l’UE ha emanato il Regolamento 2020/1503 al quale ogni stato membro, tra cui l’Italia, si è adeguato. Nel nostro paese il processo è vigilato dalla Banca d’Italia e dalla CONSOB, che ha disciplinato l’equity crowdfunding in un apposito regolamento che prevede, in estrema sintesi:

  • I portali che effettuano raccolta tramite crowdfunding devono essere autorizzati dalla CONSOB.
  • Una volta autorizzati, i portali vengono iscritti in un apposito registro, consultabile a questo link: https://www.esma.europa.eu/document/register-crowdfunding-services-providers.
  • I soggetti che possono accedere alla raccolta di capitali attraverso questi portali autorizzati sono le società di capitali.
  • Il regolamento prevede un periodo di 4 giorni successivi alla sottoscrizione dell’offerta, durante il quale il risparmiatore può revocare la sua offerta senza fornire alcuna motivazione e senza incorrere in alcuna penalità.
  • L’obbligo, per i gestori delle piattaforme, di fornire una scheda con tutte le informazioni chiave dell’investimento.
  • L’obbligo, per i gestori delle piattaforme, di sottoporre i potenziali investitori ad un test di ingresso per valutare le loro conoscenze in materia di educazione finanziaria e l’esecuzione di una simulazione della loro capacità di sostenere perdite di capitale.
  • È previsto che almeno il 3% delle quote sia sottoscritto da un investitore istituzionale (Banche, SGR, Fondi di Investimento). Questa è una sorta di forma di tutela per il risparmiatore, in quanto tipicamente questi soggetti hanno le competenze per valutare la bontà dell’investimento; pertanto, se vi è la sottoscrizione di un soggetto istituzionale vi è la garanzia che l’investimento sia stato valutato sotto tutti gli aspetti.
  • È previsto, a carico dei gestori del portale, l’onere di verificare, prima della finalizzazione dell’operazione, che siano state rispettate tutte le condizioni previste dal regolamento e dall’informativa sull’investimento.

In conclusione, l’Equity Crowdfunding presenta diversi vantaggi per le società che intendono avvalersene, tra i quali: è un tipo finanziamento alternativo a quelli tradizionali che spesso sono difficilmente accessibili; non è un prestito e quindi i capitali ottenuti non andranno restituiti ai finanziatori, che diventeranno invece soci dell’azienda a tutti gli effetti e ne condividono il rischio d’impresa; il progetto viene presentato ad un pubblico illimitato ed è un’opportunità per la validazione dell’idea; si può ottenere una forte eco mediatica da sfruttare come leva di marketing.

 

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