Agricoltura sostenibile

Agricoltura sostenibile

L’Agricoltura è il fondamento su cui si fonda l’intera economia mondiale, solo in Italia non viene tutelata.

In questi giorni si sta manifestando tutta l’amarezza degli agricoltori, non solo italiani, per una situazione normativa e di mercato che non remunera, ormai da parecchio tempo, i loro sacrifici.

Una soluzione che viene ventilata è l’aumento delle barriere all’ingresso dei prodotti agricoli da paesi extra CE mediante l’imposizione di dazi e tassazioni.

In realtà è una soluzione semplicistica che non valorizza le materie prime nazionali che vengono artatamente confrontate con quelle di importazione per deprimerne le quotazioni.

Occorre, invece, che si dia il corretto peso alla qualità degli alimenti difendendo quelli prodotti con materie prime nazionali attraverso marchi (DOP IGT, IGP, ecc.) che ne valorizzino l’origine.

Occorre però che ci ricordiamo che una barriera di dazi andrebbe a deprimere l’altro vanto alimentare del nostro Paese poiché siamo detentori di una cultura gastronomica unica, basata anche sull’uso di materie prime di importazione.

Senza parlare di settori in cui siamo leader mondiali (caffè, funghi porcini, ecc.) senza produrre le materie prime necessarie: credo utile ricordare che anche la pasta italiana (sottolineo italiana) attinge per quasi il 50% a frumento che non è di origine del nostro Paese.

Vantiamo paste di alto pregio con frumento italiano e paste commerciali fabbricate con cereali di importazione, per evitare che tali prodotti vengano fatti in altri paesi e poi rivestiti di etichette “Italian Sound” come nel caso del famigerato parmisan.

Per mantenere la nostra leadership gastronomica occorre difendere, pertanto, sia le materie prime di grande qualità nazionale che le nostre ricette che sono e devono rimanere un patrimonio ITALIANO.

Ricordiamo che siamo non solo produttori di grandi prodotti come i pomodori di Pachino o i San Marzano ma anche di sughi e condimenti, che possono essere fatti anche con pomodori importati, per favore, però, non toccateci la ricetta dell’amatriciana!

 

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