La legge è uguale per tutti… o no?

La legge è uguale per tutti… o no?

(Parte seconda)

Qualche volta, anche la matematica è un’opinione.

Basta entrare negli ingranaggi di un sistema che comunque sia, che tu abbia torto o ragione, decide di darti torto.

Il comportamento del Liquidatore lasciava molte perplessità nella mente del Rag. Amato, il quale decideva di assumere informazioni su di lui, ottenendo la conferma che Egli non aveva e non ha le competenze necessarie per svolgere l’incarico che gli era stato, a suo tempo, conferito dal Tribunale di Palermo e che aveva comunque accettato, violando più volte l’articolo 8 del Codice Deontologico dei Commercialisti, che impone competenza, diligenza e qualità delle prestazioni, ragion per cui, tra l’altro, il professionista non deve accettare incarichi professionali in materie nelle quali non ha un’adeguata competenza.

In effetti il Liquidatore aveva svolto la pratica presso uno studio che non si occupa di società ed inoltre è risultato essere il fratello di un Giudice che presta servizio presso il Tribunale di Palermo ed il cognato di un dipendente della Procura della Repubblica. Comunque, non aveva alcuna esperienza specifica.

Il Rag. Paolo Amato crede nella Giustizia ed ha grandissimo rispetto per i Giudici che, fanno il proprio dovere e, spesso, purtroppo, rischiano la loro stessa vita per servire lo Stato.

Convinto di questo, al solo fine di trovare una soluzione bonaria a tutta la vicenda,

stanco e provato, dopo una serie di lutti e malattie di familiari, che lo avevano psicologicamente sfinito, nel 2017 andò a far visita al Giudice, sorella del Liquidatore, con l’intento di parlarle e di trovare una soluzione bonaria alla vicenda. Lei, dapprima si mostrava cortese ed accogliente, ma appena il Rag. Amato si presentava, pronunciando il proprio nome e cognome, veniva immediatamente messo alla porta.

Intanto il Liquidatore, inspiegabilmente, in base a opportunità e convenienza del momento, si schierava a favore del socio di maggioranza e gli negava i suoi diritti.

Al contrario nelle cause intentate proprio dal socio di maggioranza, contro la gestione del Rag. Amato, il Liquidatore si schierava a suo favore, mentre il suo legale utilizzava la stessa linea difensiva dei precedenti avvocati del Rag. Amato, dai cui scritti difensivi, ammetteva quantomeno, di aver “preso spunto”, anche se in realtà si trattò di un vero e proprio copia e incolla delle difese. In questo modo il Liquidatore ottenne sentenze favorevoli e oltre 75.000 euro per spese legali che, senza alcuna distrazione di somma, venivano giro-contate al suo legale.

Il Rag. Amato, cercò quindi sostegno presso il Presidente dei Commercialisti,

al quale inviò una pec (il 23 ottobre 2017) chiedendogli di attivarsi quale mediatore tra lui e il Liquidatore. Non solo non ottenne alcuna risposta da lui, ma riferì persino agli altri Consiglieri (il 22/11/2017) che, su proposta del Consiglio Nazionale, il Rag. Amato doveva essere deferito al Consiglio di Disciplina perché, a suo dire “parlava male dei Giudici”.

Ciò non corrispondeva al vero:

infatti, il Rag. Amato, non aveva mai “parlato male dei Giudici”, al contrario aveva semplicemente scritto una e-mail a tutti i colleghi che conosceva, per motivi comunque estranei al Liquidatore, in cui evidenziava che, grazie alle false dichiarazioni di controparte, rese in un procedimento diverso dal contesto di liquidazione della società, i Giudici erano stati indotti in errore ed avevano reso una sentenza non corretta… e, questo, non è “parlare male dei Giudici”!

In realtà il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti, faceva evidentemente riferimento ad un esposto depositato il 27/09/2017 presso la Procura di Caltanissetta, nel quale il Rag. Amato, lungi dal “parlare male dei Giudici”, aveva riferito, motivato e documentato fatti, in cui era coinvolta anche la sorella del Liquidatore… ma come poteva, il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti, essere a conoscenza, il 27.11.2017, del contenuto di quell’esposto, all’epoca ancora in fase di indagini preliminari?

Visto il tentativo del Presidente dei Commercialisti di sottoporlo a procedimento disciplinare, chiedeva spiegazioni a tutti i Consiglieri del suo Ordine, i quali gli riferivano che il Presidente aveva comunicato loro che doveva essere sottoposto a procedimento disciplinare su espressa richiesta del Consiglio Nazionale. Quindi, al fine di comprendere cosa stesse accadendo, si mise in contatto telefonico anche con i Consiglieri Nazionali, i quali negavano di aver mai deliberato il suo deferimento al Consiglio di Disciplina, peraltro precisavano che, allorché il Consiglio Nazionale assume una decisione, la comunica agli interessati per iscritto e non certo telefonicamente, come sostenuto dal Presidente.

Otto su tredici Consiglieri dell’Ordine territoriale dunque, conoscendo le vicende del Rag. Amato, rigettavano la proposta, i quattro che non lo conoscevano invece, avevano espresso parere favorevole, giustificando il loro voto, con il fatto che trattandosi di una richiesta dell’Ordine Nazionale, non potevano esimersi dal dare un parere favorevole. La richiesta dell’Ordine Nazionale tuttavia risultò essere infondata e inveritiera.

Di seguito il Rag. Amato incontrava personalmente il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti,

al quale chiedeva di fare il Presidente, di non schierarsi contro di lui e, poiché comprendeva la sua posizione (anche lui assumeva incarichi di consulenza presso il Tribunale di Palermo), gli chiedeva anche di mantenere una posizione di neutralità o tutt’al più, se ne avesse avuto l’opportunità, di cercare di trovare una soluzione alla vicenda, da persona super partes, quale era. Il Presidente, riferiva di averci provato e di aver trovato un muro davanti a sé, per cui aveva rinunciato.

Qualche tempo dopo, il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti lo convocava invitando tutti i Consiglieri dell’Ordine a spiegargli che aveva capito male, perché non aveva mai detto che i Consiglieri Nazionali avessero chiesto il suo deferimento al Consiglio di Disciplina, ma che lui avesse inviato una e-mail anche al Consiglio Nazionale… circostanza che non corrispondeva al vero e in ogni caso non giustificava la richiesta di sottoporlo a procedimento disciplinare.

Peraltro il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti, in seguito,

diffondeva su di lui notizie calunniose e diffamatorie,

assumendo che il Rag. Paolo Amato sarebbe un indagato, che avrebbe problemi con la Giustizia, che potrebbe persino avere i telefoni sotto controllo e che sarebbe meglio stare alla larga da lui e dal suo studio.

Il Rag. Amato è anche convinto dell’intervento del Presidente dell’Ordine dei Commercialisti, presso il Consiglio di Disciplina a cui aveva segnalato i gravi fatti e comportamenti posti in essere dal Liquidatore, quali falsi in bilancio e persino minacce in suo danno, ma tutto il Consiglio di Disciplina, nonostante l’evidenza, archiviava il procedimento.

Ad un tempo, archiviava anche i procedimenti disciplinari in suo danno ed oggetto di contro-esposto del Liquidatore.

E’ evidente che se effettivamente il contenuto dell’esposto contro il Liquidatore, fosse stato non corrispondente al vero, il Consiglio di Disciplina avrebbe dovuto procedere contro il Rag. Amato per aver diffamato e calunniato un collega… ma così non è stato e, il Consiglio di Disciplina ha, inspiegabilmente scelto di archiviare entrambi i procedimenti.

… E non finisce qui ….

 

 

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