La Riforma del Catasto: novità, polemiche, timori

La Riforma del Catasto: novità, polemiche, timori

L’articolo 6 delle legge delega sulla riforma fiscale da il via alla revisione del catasto alla ricerca della “modernizzazione” dei criteri di rilevazione,  con una nuova mappatura degli immobili (identificando gli immobili oggetto di  abuso e i terreni agricoli edificabili) e all’adeguamento dei valori catastali agli attuali prezzi di mercato, così come della rendita patrimoniale, prevedendo meccanismi di adeguamento periodico.

La riforma prevede un nuovo sistema di mappatura degli immobili con nuovi strumenti per Comuni e Agenzia delle Entrate: i dati raccolti dovranno essere disponibili dal primo gennaio 2026. L’obbiettivo di fare emergere immobili e terreni non accatastati correttamente o  mai rilevati e per i quali i proprietari non pagano tasse, richiederà nelle previsioni almeno cinque anni di controlli e accertamenti

Una parte di lavoro importante sarà la rivalutazione dei valori di mercato delle abitazioni tenendo conto anche delle aree in cui sono costruiti, preparando congiuntamente una nuova mappa con un allargamento delle zone catastali nelle città.

Il governo sostiene essere una semplice attualizzazione delle mappe catastali ma casualmente i dati saranno operativi solo nel 2026 giusto l’anno prima dell’inizio del rimborso del prestito del Recovery Plan.

Le rendite catastali, con la riforma individueranno il valore di mercato di ciascun bene,  tale valore affiancherà le informazioni già presenti nei registri catastali volte alla determinazione delle rendite catastali senza  modificare i valori degli estimi catastali o delle rendite attuali, quindi non avranno ricadute dal punto di vista delle tasse, per il momento. I nuovi valori,  saranno indicati con il termine di “rendite attualizzate”, ogni immobile avrà da due rendite: la ‘vecchia’ rendita catastale e una rendita ‘attualizzata’, ovvero, una rendita che terrà conto del valore di mercato.

Il patrimonio immobiliare è una delle principali ricchezze e fonte di reddito degli Italiani, e al momento opportuno un catasto rivalutato potrebbe essere una facile fonte di aumento del gettito fiscale.

I timori più evocati sono pericolo di aumenti fiscali sulla casa e il potenziale ritorno dell’Imu sulla prima casa, d’altronde il governo ha bisogno di uno strumento più moderno e i numeri parlano chiaro: ci sono 1,2 milioni di immobili non censiti e circa 2 milioni di immobili non rilevati dalle dichiarazioni dei redditi, nelle intenzioni del governo c’ è quella di correggere anomalie come nel caso in cui due coniugi vivono concretamente nella stessa casa ma sono formalmente residenti in altre, duplicando le agevolazioni “prima casa”. Anche se il governo assicura che non ci saranno aumenti di tassazione non vuol dire non avere effetti collaterali dalla riforma come la perdita di alcune agevolazioni legate ai parametri ISEE probabilmente influenzati dall’inserimento di questo secondo valore di “mercato”.

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