955 miliardi, i debiti degli italiani verso l’ Agenzia delle Entrate Riscossione

Circa un anno fa, esattamente il 20 aprile 2020, durante un’audizione alla Camera, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate informava che il debito degli italiani verso l’Agenzia delle Entrate Riscossione ammontava a ben 955 miliardi, circa 19 manovre finanziarie da 50 miliardi l’una.

Dei 955 miliardi  accumulati nel corso di  venti lunghissimi anni, il 40% appare  di difficile riscossione,  circa   153 miliardi riguardano soggetti falliti, 119  miliardi sono relativi a soggetti deceduti o imprese cessate e circa 109 miliardi a nullatenenti.

Come mai, come è stato possibile raggiungere una simile cifra?  A questa domanda si può rispondere solo con altre domande, alle quali  seguono solo ipotetiche risposte.

La macchina fiscale è troppo lenta? Sembrerebbe di sì, se  nel frattempo le imprese falliscono o i contribuenti muoiono, il fisco arriva troppo tardi.

Il fisco è troppo esoso? Sembrerebbe di sì, se il contribuente non  paga 10  prima, come  si può pretendere che  paghi 10 più le sanzioni, più  gli interessi, dopo, assistendo inerme ad una  lievitazione  esponenziale del proprio debito, salvo poi tornare, il fisco, sui propri passi, concedendo rottamazioni al netto di sanzioni e con pagamenti rateali più o meno vantaggiosi.

Forse la richiesta del fisco  era sbagliata? Anche, sì, se consideriamo che molti accertamenti tributari si basano sulle presunzioni, legali o semplici, quindi non sul reddito reale, dunque non sulla reale capacità contributiva del contribuente, bensì su un reddito, appunto, presunto.

I 955 miliardi, al di là del politicamente corretto, al di là del pregiudizio in base al quale l’Italia è un popolo di evasori, al di là dei perché,  rappresentano plasticamente   la prova del fallimento della macchina fiscale. E allora diventa urgente, non più prorogabile, indagare  sulle cause di questo fallimento, per evitare di ritrovarsi, fra 10 anni, ad ascoltare una identica audizione da parte del Direttore di turno.

In questo ultimo anno il nostro Paese, tutto il mondo, è stato devastato da una violenta pandemia che ha causato non solo numerose perdite umane, ma, anche, una grande crisi economica. Per quel che riguarda l’argomento di queste poche righe, cioè la riscossione dei tributi, abbiamo assistito ad uno stillicidio di proroghe che termineranno inevitabilmente con  una data, quella in cui in un solo giorno bisognerà  versare, tutti  insieme, i pagamenti sospesi. In queste ore si parla di inserire dei distinguo, delle facilitazioni per chi ha subito  diminuzioni del  fatturato pari al 30% nel 2020 rispetto al 2019.

Mi permetto di suggerire un’altra soluzione, ben lontana dall’attuale, che pretende di riscuotere in un solo giorno, alla data x, le varie rate sospese durante la pandemia.  La soluzione è semplicissima, si chiama accomodamento, accodamento, o più semplicemente prolungamento  del piano di ammortamento. In questo modo non solo si evita che tante sospensioni, rottamazioni ecc., vadano ad ingrossare la già insostenibile  cifra di 955 miliardi, ma, soprattutto lo Stato dimostrerebbe di avere la giusta comprensione della portata della crisi economica causata dal Covid, dimostrerebbe di non essere “distaccato” dalla realtà, dimostrerebbe di capire che quello che gli imprenditori e professionisti hanno perso in un anno non si recupera in dieci giorni dopo le aperture.  Inoltre dimostrerebbe che tra contribuente e fisco esiste un minimo di reciprocità, soprattutto in considerazione del fatto che quest’ultimo, il fisco, ha usufruito di numerose proroghe relative ai termini di decadenza dei propri adempimenti (controlli) verso (contro) il cittadino/contribuente.

Maria Angela Damiani

 

 

 

Un pensiero su “955 miliardi, i debiti degli italiani verso l’ Agenzia delle Entrate Riscossione

  1. Roberto Maccarone dice:

    Ottima foto che coglie l’attimo, siamo un PAESE al capolinea.
    Un Popolo distrutto abbindolato dal consumismo e governato da un esercito di ladri atoctoni, scarsi & venditori di bibite.
    Che fare, tu consigli accomodamento e allungamento piani di ammortamento, io amo essere radicale ed impopolare: CANCELLAZIONE!
    Rifondare l’economia in modo dinamico e virtuoso, eliminare sprechi, scrivere regole semplici e chiare per tutti ed un fisco amico.
    Per fare questo ci vuole che i PROFESSIONISTI imparino a fare SQUADRA e finiscono di fare i RIGATTIERI.
    Se chi ha le qualità dorme e le leggi nel PAESE li fanno persone incompetenti e non GIURISTI, normale trovarci in questo disastro.
    Le soluzioni devono essere semplici, dirette ed efficaci.
    Concludo con una precisazione d’obbligo per fare un azienda solida con decine di dipendenti produttivi ci vogliono anni di duro lavoro, per distruggela un Giudice laureato al CEPU ed una classe politica di ciarlatani o politici ladri di professione.
    Credo sia giunto il momento di cambiare musica, siamo qui per questo!

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